LA COMUNITà CHE EDUCA
La giornata di lunedì 10 dicembre 2018 è stata
davvero importante per la nostra Comunità, e quello che abbiamo vissuto la sera
stessa, è stata la ciliegina sulla torta dell’evento che ha caratterizzato la
mattinata presso l’Istituto Comprensivo di Livigno.
La firma del nuovo Protocollo di Comunità Educante
Livigno – Trepalle ha messo intorno ad uno stesso tavolo di lavoro diverse
figure di riferimento del panorama sociale e educativo della Comunità tra cui
l’Istituto Comprensivo, l’Ufficio di Piano, la Cooperativa l’Impronta di
Livigno, il CiAGi Centroanch’io, la Parrocchia di Livigno, la Polizia Locale,
lo Sporting Club Livigno, per giungere fino al Comune di Livigno garante del
tavolo.
Oltre ai firmatari del protocollo erano presenti
anche il Comandante della stazione dei Carabinieri di Livigno e alcuni
rappresentanti delle varie agenzie che erano presenti all’evento.
La firma del Protocollo è stato certamente un
atto “simbolico”, ma importante e molto significativo, per tutti coloro che
credono fermamente che la direzione migliore per la nostra Comunità sia quella
di mettersi insieme per lavorare al meglio per il benessere dei nostri ragazzi.
Concetto quest’ultimo, ripreso più volte dal prof. Ivo Lizzola durante l’incontro
serale presso il CineLux.
Un cammino, quello di Comunità Educante, non
certamente facile e privo di difficoltà e di cambi di direzione, ma che vuole
essere un primo importante passo per riuscire a camminare nella stessa
direzione, sapendo che questo può significare prese di posizione o scelte da
condividere e intraprendere insieme. Un cammino, come ricorda ancora Ivo
Lizzola, che «chiede il coraggio di prendere una direzione per essere tessitori
tra le diverse generazioni», e che sappia guardare al futuro e non solo
all’oggi. Un impegno che riguarda tutti gli adulti, nessuno escluso, perché
ognuno di essi ha la responsabilità di ciò che dice e compie senza nascondersi
dietro al “non è compito mio”.
Questo è stato il punto di partenza della serata
di lunedì sera; «La comunità siamo tutti noi, la comunità riguarda ciascuno di
noi, e i genitori in ogni “ordine e grado” sono la prima cellula di questo
grande organismo».
Diventa innanzitutto fondamentale partire da un concetto semplice ma altrettanto “dimenticato” che è il concetto di storia, di memoria.
Viviamo in un’epoca storica in cui ciò che
trasmettiamo ai nostri figli è legato soprattutto al concetto di nozione dove
“la prestazione educativa” si limita ad indirizzare i ragazzi all’apprendimento
e a nozioni preconfezionate.
Questo atteggiamento nasconde dietro di sé il forte rischio di smarrire il vero senso dell’educazione che è fatta di accompagnamento, e di muoversi “sull’emergenza”. Un’emergenza che è fatta di “se sapevo prima”, “non si è fatto niente”, “cosa si è fatto finora”, ciò nonostante il quotidiano insegna che l’emergenza porta con sé una forte fatica, che nella maggior parte dei casi non ha in sé una continuità nel tempo, ma si limita al “qui ed ora”. Il “mondo adulto” deve avere il coraggio, magari anche sbagliando, di «arrivare prima», di “pre-vedere” di aprire cammini nuovi anche se questi potranno portare ad orizzonti non conosciuti. Strade che forse verranno lasciate lungo il cammino, oppure che apriranno spiragli ed orizzonti nuovi.
La Comunità Educante dunque, dev’essere un’esperienza di “costruttori”, usando le parole di Lizzola «saggi e pieni di coscienza» delle generazioni future.
La Comunità Educante ha un compito importantissimo: mettere in “gioco” gli adulti che sentono, prima di tutto, il bisogno di essere utili per i giovani di oggi che saranno gli adulti di domani. La capacità di entrare gli uni nella vita degli altri, ma non con invadenza e con arroganza, ma con la delicatezza dello scambio e con l’umiltà di chi ha bisogno degli altri per fare crescere la comunità in cui vive e si mette in relazione. Appare chiaro che sono proprio gli adulti, tutti, che si devono prendere l’impegno di curare il futuro di chi verrà. I ragazzi della nostra comunità hanno bisogno di credere in qualcosa di più grande e di adulti che siano da base per il loro futuro.
Da qui nasce una domanda, una provocazione che il
prof. Ivo Lizzola lancia a tutti: «qual è a Livigno l’orizzonte del credere che
viene offerto dalle varie agenzie di Comunità Educante?».
La sfida passa inequivocabilmente verso il
compito che come Comunità intera dobbiamo farci carico degli orizzonti futuri a
cui vogliamo volgere. Le scelte di oggi hanno delle ripercussioni sulle future
generazioni e dobbiamo avere la consapevolezza che noi adulti stiamo costruendo
la base per il futuro dei nostri ragazzi. La speranza verso una realtà migliore
è sempre orientata verso il futuro, “l’avanti” e non si ferma all’oggi e a ciò
che si ha paura di perdere.
A noi adulti, mamme e papà, allenatori,
catechisti, educatori ed amministratori «la sfida di fare in modo che il
“mondo” venga a Livigno non solo perché c’è qualcosa da fruire, ma per la
varietà di ciò che offro come Comunità».
L’augurio che il prof. Lizzola ha lasciato alla
Comunità Educante di Livigno – Trepalle è la consapevolezza che «gli individui,
che hanno dentro di sé un versante di paura e fragilità, ma anche di positività
e di sguardo verso il futuro abbiano bisogno gli uni degli altri perché è qui
il valore della vita comune».
di Michele Ricetti*
*educatore e pedagogista
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