"HO BISOGNO DI ESSERE CIRCONDATA DA ADULTI VERI"


 

La frase tagliente e forte, che va dritta al concetto, è stata scritta da una ragazza di II superiore in un recente laboratorio proposto ad alcuni ragazzi in un convitto* e che ci richiama alla mente alcuni punti che ci ha regalato Ivo Lizzola nell'incontro tenuto a Livigno lo scorso dicembre.** 

Appare fondamentale partire dal concetto che il cammino educativo di una comunità intera, adulti in prima linea, deve prendersi cura delle future generazioni. 

Cammino che «chiede il coraggio di prendere una direzione per essere tessitori tra le diverse generazioni», e che sappia guardare al futuro e non solo all’oggi. Un impegno che riguarda tutti gli adulti, nessuno escluso, perché ognuno di essi ha la responsabilità di ciò che dice e compie senza nascondersi dietro al “non è compito mio”.

È fondamentale ricordarci che «la comunità siamo tutti noi, la comunità riguarda ciascuno di noi, e i genitori in ogni “ordine e grado” sono la prima cellula di questo grande organismo».

Strade che forse verranno lasciate lungo il percorso, oppure che apriranno spiragli ed orizzonti nuovi. 

Il “mondo adulto” deve avere il coraggio, magari anche sbagliando, di «arrivare prima», di “pre-vedere” di aprire cammini nuovi anche se questi potranno portare ad orizzonti non conosciuti. 

La Comunità Educante intera dunque, dev'essere un’esperienza di “costruttori”, usando le parole di Lizzola «saggi e pieni di coscienza» delle generazioni future. Si ha sempre più bisogno di avere il coraggio di intraprendere nuovi “viaggi” e di avere sempre maggiore fiducia nelle generazioni future, «uomini e donne che siano in grado di vegliare» perché guardano verso un orizzonte che non rimane fermo all’oggi. 

Un compito importantissimo quello di mettere in “gioco” gli adulti che sentono, prima di tutto, il bisogno di essere utili per i giovani di oggi che saranno gli adulti di domani. La capacità di entrare gli uni nella vita degli altri, non con invadenza e con arroganza, ma con la delicatezza dello scambio e con l’umiltà di chi ha bisogno degli altri per fare crescere la comunità in cui vive e si mette in relazione. Appare chiaro che sono proprio gli adulti, tutti, che si devono prendere l’impegno di curare il futuro di chi verrà.

I ragazzi della nostra comunità hanno bisogno di credere in qualcosa di più grande e di adulti che siano da base per il loro futuro. 

Da qui nasce una domanda, una provocazione che il Ivo Lizzola lancia a tutti: «qual è a Livigno l’orizzonte del credere che viene offerto dalle varie agenzie di Comunità Educante?». 

La sfida passa inequivocabilmente verso il compito che come Comunità intera dobbiamo farci carico degli orizzonti futuri a cui vogliamo volgere. Le scelte di oggi hanno delle ripercussioni sulle future generazioni e dobbiamo avere la consapevolezza che noi adulti stiamo costruendo la base per il futuro dei nostri ragazzi. La speranza verso una realtà migliore è sempre orientata verso il futuro, “l’avanti” e non si ferma all’oggi e a ciò che si ha paura di perdere.

di Michele Ricetti***

***educatore e pedagogista


* Laboratorio proposto nel mese di dicembre 2018 all'interno del “Progetto Ponte” che coinvolge educatori e ragazzi dei convitti alla proposta.

** “La Comunità che educa” Adulti che collaborano nell’educazione di bambini e adolescenti, Livigno, 10 dicembre 2018

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