IN QUESTO PAESE I BAMBINI GIOCANO ANCORA PER STRADA


 

Ci piacerebbe tanto che appena giunti a Livigno accanto ai cartelli stradali consueti ce ne sia uno sul quale ci sia scritto “Attenzione, rallentate, qui i bambini giocano ancora per strada”. Un cartello che sia capace di catapultarci nel passato, in quelle lunghissime giornate estive nelle quali i bambini percorrevano l'intero quartiere bussando di porta in porta per chiamare i vicini a giocare, esattamente non si sapeva a che cosa, quel che è certo è che il tempo non sarebbe comunque bastato mai. Dalle case uscivano correndo bambini con calzoncini corti, ginocchia sbucciate, palloni e gessetti colorati. Non esistevano tablet e se qualcuno aveva con sè il telefono serviva solo per mettere qualche musica, una delle 4 canzoni che si erano potute scaricare. Qualcuno aveva con sè la collezione delle carte dei Pokemon, qualcun altro invece optava per nascondino o Guardia e Ladri. C'è chi mentre cantava si dondolava sull'altalena, chi invece giocava con le biglie. Si facevano insieme quattro capriole. E quando era ora di rientrare, ormai si era fatto buio, tutti insieme si riaccompagnavano a casa a piedi. Il gioco veniva preso in tutta la sua serietà: l'altalena infatti simboleggiava per il bambino il sogno di volare, le biglie quello di far girare il mondo e giocare a nascondino significava per li bambino l'idea dello scomparire per poi ricomparire. 

Oggi spesso e volentieri quegli stessi giardini sono vuoti e silenziosi, tanti bambini sono infatti chiusi in casa immersi nei loro tablet, ciechi agli stimoli che l'ambiente manda loro. Oppure troppo competitivi, padroneggiano perfettamente il loro sport preferito, hanno tecnica e strategia, ma mancano di forza e di armonia. Non tutti sono in grado di eseguire capriole e in una giornata tipo, nella quale si incastrano corsi e lezioni e poi ancora corsi e lezioni, spesso manca al bambino il tempo per giocare e per annoiarsi. Manca quel "perdere tempo", quel tempo da trascorrere anche soli nella cameretta, coi propri pensieri nel proprio spazio vitale senza bisogno per forza di riempirlo con attività sportive o con la televisione. Spesso la frenesia è il nostro presente e i bambini vengono risucchiati dai ritmi incalzanti della società. Per fortuna il cartello ci ricorda che non è così per tutti: ci sono ancora tanti bambini che giocano, che osservano le coccinelle, che usano mattoncini per costruire casette, che usano le magliette come porte da calcio, che mettono banchi in giardino e giocano a fare la spesa; purtroppo però questi bambini sono la minoranza. Il cartello è un voler sottolineare che esistono ancora i rumori, le voci, le urla e le risate e che spesso vanno cercate nella lentezza del paese lontano da quella finestra luminosa in casa che ha un potere ipnotico e tende a "passivizzare" i fruitori. 

Oggi come allora il bisogno del bambino è solo quello di essere felice, di avere del tempo da trascorrere con genitori presenti e che siano capaci di ascoltarli. Hanno inoltre bisogno di confrontarsi tra loro senza necessariamente entrare in competizione, di sfidarsi senza che uno salga sul podio e uno no, di sperimentare giochi e attività con tutto quello che trovano e di potersi fermare in un mondo nel quale..... si è sempre di corsa. 

di Greta Cusini*

*educatrice

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