EMOZIONIAMOCI
Quando chiediamo, ad una persona che incontriamo “Come
va?”, non sempre siamo interessati alla risposta. Diamo ogni tanto per scontato
che l'altra persona ci risponderà “bene”, perché questa è la risposta più
comune. La diamo spesso anche noi!
Forse perché non siamo abituati a esprimere con sincerità
come ci sentiamo e tantomeno a immaginare che l'altro sia pronto a sentire una
risposta diversa dal solito “bene”.
Forse perché parliamo troppo poco delle nostre emozioni e
ci risulta un argomento in parte imbarazzante, in parte “sconosciuto”.
Parlare di emozioni può sembrare strano e inusuale, non ci
fermiamo molto ad ascoltarci e capire cosa effettivamente si muove dentro di
noi quando viviamo determinate situazioni. Le viviamo e basta, non del tutto
consapevoli di ciò che si agita nel profondo e che ci porta ad avere certe
reazioni piuttosto che altre.
Ci manca una vera e propria “educazione emotiva”, che ci
permetta di fermarci e sintonizzarci con noi stessi e, quindi, di conoscerci.
Eppure, sono le emozioni e i sentimenti che da esse derivano,
che danno valore al nostro tempo e alle nostre relazioni. Sviluppare una
maggiore consapevolezza di esse, ci potrebbe aiutare ad avere una maggiore
consapevolezza di noi stessi e quindi adottare strategie di comportamento più
efficaci, soprattutto nel caso di emozioni particolarmente intense e
destabilizzanti. Per esempio, capire che uno scatto di rabbia non sempre è
legato tanto a qualcosa che è successo e che ci ha fatto arrabbiare, ma
piuttosto nasconde un pensiero negativo legato all’avvenimento stesso. Sapendo
questo, si potrebbe innescare un cambiamento nei nostri pensieri e perché no,
dargli una direzione maggiormente positiva e meno “distruttiva” nei confronti
degli altri. Tutto questo non riguarda solo il mondo adulto, anzi! Insegnare ai
bambini che è giusto sentirsi arrabbiati di fronte a un’ingiustizia, un
divieto, una bugia, può aiutarli ad avere meno paura di quello che si agita
dentro di loro e, allo stesso tempo, è fondamentale che imparino a trovare
modalità per gestire le emozioni che arrivano, a volte inaspettate. In
generale, riconoscere le nostre emozioni è importante per comprendere noi
stessi, anche ad un livello fisico, sapendo leggere le reazioni del nostro
corpo che risponde a specifici stati emotivi.
Conoscerci in profondità ci aiuta, anche e soprattutto, ad
avvicinarci all’altro, sviluppando una maggiore empatia nei suoi confronti:
essere capaci di riconoscere nell’altro i segni della paura, della tristezza ma
anche della gioia o dello stupore ci fa incontrare nella nostra parte più vera,
che va oltre il fare insieme, verso un sentire insieme in cui noi stessi e
l'altro prendiamo forma, in un arricchimento reciproco.
Prendiamoci allora il tempo di coltivare la nostra parte
emotiva e aiutiamo anche i bambini a farlo, per aiutarli ad essere, un giorno,
adulti più consapevoli ed equilibrati.
di Valentina Trabucchi*
*educatrice e laureata in beni culturali
Immagine film "Inside out"
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