EDUCATORI SI NASCE O SI DIVENTA?*
Quante volte sentendo
parlare di educazione, ci siamo posti questa domanda? Quante volte, di fronte
ad una difficoltà, ad un’incomprensione sentiamo dire “ma questo chi lo avrebbe
dovuto insegnare?” Probabilmente se non lo abbiamo mai fatto, pensiamo che la
questione educativa sia qualcosa da rimandare ad altri, o peggio ancora che sia
qualcosa che non ci riguardi.
Il titolo, preso in prestito
da un bel libro di Ferraroli, ci pone da subito difronte alla domanda che come
educatori ogni tanto ci mette di fronte la nostra azione educativa, ma che
anche come genitori, catechisti, insegnanti, allenatori, non possiamo far finta
di nulla.
Indubbiamente ognuno di noi
ha una propria caratteristica, una peculiarità che gli è specifica a cui non
possiamo fare a meno, perché essa caratterizza il nostro essere adulti
all’interno della società. Il nostro luogo di lavoro, la cerchia di amici e
colleghi, il contesto famigliare, sono tutti ambiti e terreno fertile perché
l’azione educativa possa far emergere la sua importanza.
Viviamo spesso la situazione
che tutto ciò che è legato al tema educativo, sia in qualche modo “affare” da
addetti ai lavori, dagli insegnanti in prima linea che vedono i nostri figli
tutti giorni, fino agli educatori, sotto le varie sfaccettature dal CiAGi ai
catechisti dell’Oratorio, dagli allenatori delle varie discipline ai vari
gruppi associazionistici, ma non ci rendiamo conto che essi sono “solo” un
importante rafforzo di ciò che deve nascere nell’ambiente educativo per
eccellenza cioè il proprio ambiente famigliare.
Ecco perché nessuno di noi
nasce educatore, ma lo diventa cammin facendo prendendo spunto dal contesto in
cui è cresciuto, dal contesto più intimo di mamma e papà in cui è nato, dal
gruppo dei pari che ha avuto a fianco e dalle importanti figure adulte che ha
incontrato nei vari ambiti in cui la vita lo ha portato.
Ciascuno di noi, adulti
impegnati in ogni ambito della società, non possiamo far finta di nulla. A noi
il compito di accompagnare i ragazzi che incontriamo quotidianamente sia nei
luoghi di lavoro, ma anche e soprattutto nei contesti “delle quattro mura”, ad
essere ciò che sono destinati a diventare ma sapendo che proprio al mondo
adulto chiedono una mano ed un insegnamento restando vigili e “tirandoci le
orecchie” quando combiniamo qualcosa che non è coerente con il nostro modo di
parlare. Ecco perché, adulti tutti, abbiamo il compito e il dovere di diventare
ed essere Educatori con la E maiuscola.
di Michele Ricetti**
**educatore e pedagogista
*LORENZO FERRAROLI, Educatori si nasce o si diventa.
Vivere la sfida educativa tra passione, competenza e profezia. San Paolo, Milano, 2017
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