LA SCOMMESSA DELL'ESSERE PAPA'*
"Quanto
siamo sereni con noi stessi e quanto siamo capaci di condividerlo con i nostri
figli? Cosa possiamo fare come padri? Quale patrimonio (letteralmente dono del
padre) non solo economico vogliamo lasciare in eredità?” Queste sono solo
alcune domande lanciate in una serata di fine marzo dedicata ai papà. Tanti
spunti affrontati, consapevoli dell’importanza di partire da noi stessi
provando a soffermarsi su quello che realmente vogliamo dalla nostra
vita. Si è partiti individuando alcune caratteristiche che definiscono la
persona adulta e che quindi vorremmo promuovere nei nostri figli.
Una persona adulta:
– sa riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni
prefigurando cosa potrebbe succedere facendo in un determinato modo;
– è capace di adattarsi ai continui cambiamenti, molto più
veloci, che richiedono un continuo "sintonizzarsi” con i registri dei
propri figli;
– apprende dai propri errori; il problema non è non fare
errori ma imparare da questi guardandoli, riflettendoci e andando avanti;
– sa arrivare a benefici a lungo termine e non solo a
soddisfazioni immediate;
– sa lasciare andare, un’operazione affettiva
difficilissima che richiede una forza solenne. Un individuo in grado di lasciar
andare una situazione, un'altra persona, un lavoro è una persona molto forte ma
spesso non si associa la forza "al lasciar andare" ma al trattenere;
– riesce a guardare la propria storia lasciandosi alle
spalle il dolore;
– è in grado di prendersi cura di sé e degli altri, è
generativo;
– è capace di riflettere sui propri sentimenti per poi decidere come esprimerli, riflette sulle emozioni che sono tante, con molte sfumature e non tutte gradevoli.
Dopo questa panoramica completa e allo stesso tempo
complessa da realizzare sono emerse altre considerazioni a mio avviso
interessanti in merito alla figura paterna.
Il padre ha un compito importante: fonda e costruisce “una
prospettiva etica”.
Questo è un elemento di cui oggi poniamo poca attenzione,
ma è un atteggiamento tipicamente paterno. Senza etica non c'è educazione, se
non ci sono dei valori di riferimento, dei limiti chiari a cosa ti educo?
Ripensare poi come padri a cosa desideriamo insegnare ai
nostri figli a cosa stare attenti a cosa desiderano, ricordandoci che il
desiderio nasce dalla mancanza, dalla carenza e non dalla saturazione.
Il padre ha poi un elemento pratico di realtà, non
solo di sentimento. I figli imparano non solo da quello che diciamo ma
soprattutto da quello che facciamo, che testimoniamo nel concreto. Tipicamente
paterno è poi "iniziare a qualcosa", elevare a una condizione più
alta, benedire (dire le cose che vanno bene).
Il contesto attuale ci porta a volte a sostituire la
relazione con gli oggetti, fatichiamo a relazionarci perché pensiamo che gli
oggetti ci facciano felici. Il valore di una persona non sono gli oggetti che
possiede, e questo è un elemento su cui il padre, proprio perché è legato al
patrimonio, deve sempre tenere in considerazione.
Tutto questo non è facile da costruire, ma sono
scenari possibili, perché “come pensi il futuro cambi il presente”, tra gli
alti e bassi della vita, senza pretendere di andare sempre a mille ma
consapevoli che più vogliamo crescere noi come persone, più facciamo crescere i
nostri figli.
di Vincenzo Morcelli**
**educatore
* l’articolo prende spunto da una serata proposta in
Valdidentro il 28 marzo 2019, a cura del dott. Renaldini, “Come rinnovare il dono paterno
oggi… l’avventura di essere papà nelle sfide della modernità”
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