AVETE MAI SENTITO IL SILENZIO PARLARE?
Ho
sentito dire che il silenzio fa male, che può essere pericoloso per sé stessi e
per le persone che ci vivono accanto. Ho sentito dire che il silenzio fa
soffrire. Ne ho sentite dire tante riguardo a questo “silenzio” e con il tempo
ho dato forma a delle immagini, a dei pensieri, a delle idee che possano
descrivere questo concetto. Ho provato a farmi delle domande: perché il
silenzio è considerato nella maggior parte dei casi una “cosa” negativa? Perché
il silenzio alcune volte non viene accettato? Perché si sente la necessità di
riempirlo, come se fosse vuoto?
Credo
che il silenzio sia la “cosa” (che in realtà è uno stato d’essere o
dell’Essere) più piena e viva che un essere umano possa vivere e sperimentare.
Il presupposto fondamentale per dare vita e pienezza a questo vuoto, a mio
modesto parere, è quello di essere in grado di ascoltarlo, di leggerlo, di
gustarlo. Il silenzio è indispensabile nella vita di ognuno e può essere il
mezzo attraverso il quale comprendersi e comprendere l’altro. Alle volte può
essere l’unico modo per comunicare.
E
allora…come si può pensare che il silenzio sia negativo? Ci dimentichiamo
troppo spesso che il canale di comunicazione tra le persone non è e non può
essere solo verbale. Non possono essere solo le parole a rendere possibile la
comprensione e la creazione di un rapporto di empatia tra due o più individui.
Insomma,
in parole povere, quando vediamo le lacrime di un bambino o di un adulto (anche
noi abbiamo il diritto di piangere) non esprimono anch’esse un sentimento o uno
stato d’animo? Esse possono essere accompagnate dal silenzio, ma quanto stanno
parlando quelle lacrime? Quanto e contro che cosa stanno urlando, su che cosa
vogliono poggiarsi, come vogliono essere asciugate? Ecco, questo è il silenzio
che parla, il silenzio che racconta tante cose. Alcune volte, nelle relazioni
si perde il contatto umano: non ci si guarda nemmeno negli occhi mentre si
parla, alcune volte si fanno domande e non si ascolta nemmeno la risposta. Non
tralasciamo le piccole cose della vita, non dimentichiamoci di essere attenti
ai rapporti, di osservare lo sguardo di qualcuno che forse non trova le parole
per spiegare come si sente; di apprezzare di più un sorriso, una lacrima che
scende; di saper accogliere e ascoltare anche il silenzio che ha tante cose da
raccontare. Per me il silenzio è anche un’immagine: neve che scende lieve dal
cielo e bambini che danzano, nella magia della musica che creano i fiocchi di
neve.
Facciamoci
un regalo per questo Natale e per queste feste, non riempiamo di parole questi
momenti, regaliamoci abbracci e sorrisi.
Diamo valore al Silenzio. Ascoltiamolo.
di Chiara Confortola*
*educatrice e specializzata in "danza movimento e terapia"
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