Il rischio di pensare che capiti a qualcun altro


Quello di oggi vuole essere un semplice invito...un invito rivolto a tutti noi a metterci una mano sul cuore.
In questi giorni stiamo leggendo articoli su articoli, messaggi sui social network, vediamo video che ci raccontano quello che sta succedendo, che ci ricordano chi sono le persone che in questo momento subiscono o potrebbero subire le conseguenze più gravi di questa situazione. Allora ho voluto fermarmi...ho voluto prendermi un attimo, staccarmi dal computer e dai giornali per osservare chi mi sta attorno. Così intorno a me ho visto anche altro: ho visto una figlia con il timore di andare a fare visita alla mamma anziana perché sa che potrebbe metterla a rischio. Ho visto la paura di un'amica che aspetta il suo primo figlio e non sa se potrà avere suo marito al fianco mentre partorirà. Ho letto la paura di un papà per la sua bambina malata di leucemia che già vive una condizione di fragilità. Ho sentito il dispiacere di una comunità che non ha potuto dare l'ultimo saluto ad una persona che si è sempre spesa per gli altri facendo tanto bene. Ho visto il dolore di una figlia a cui è proibito andare in ospedale a trovare il padre colpito dal virus. Ho accolto il dolore di una nipote che sa che difficilmente rivedrà la sua cara nonna che lentamente si sta spegnendo. Fermandomi...osservando...ascoltando...ho capito che anche queste sono persone che soffrono, anche queste sono persone che subiscono e pagano delle conseguenze. Ma queste persone possiamo essere noi, perché tutti noi abbiamo nella cerchia della nostra famiglia o dei nostri amici situazioni simili a queste. Allora ecco il mio invito: mettiamocela davvero una mano sul cuore, prima di uscire di casa, prima di lamentarci, prima di perdere la pazienza. Ci sarà il tempo per ripartire, per ricostruire. Ora è il tempo di fermarsi e di fare la nostra parte per il bene di tutti.

di Samuela Rocca*

*psicologa e psicoterapeuta


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