"Due ciacole" in tempo di quarantena...


M: Ciao S! Come stai?

S: Benone M! Un po' stufa di questo stare a casa, ma tutto sommato bene.

M: Certo che l'ultima volta che ci siamo incontrati per "due ciacole" non eravamo in questa strana e surreale situazione!

S: Si davvero! Sembra passato un secolo da quando ci siamo visti a Carnevale a fine febbraio.

M: Lo ricordo bene quel giorno, tutti presi a rendere quella giornata il "più normale" possibile, visto che si iniziava a parlare di Coronavirus anche vicino a noi.

S: Mi ricordo bene anch'io, visto che ci siamo sbattuti non poco per rendere una bella giornata a bambini e ragazzi e poi tutto ad un tratto è cambiata l'aria.

M: Sì, come se da un momento all'altro ci fossimo trovati catapultati in una dimensione parallela...

S: In un certo senso è proprio andata così. All'inizio non "mi dispiaceva" questa situazione; vacanze allungate di una settimana, niente scuola, sveglia tardi...i primi giorni sono stati una pacchia! Non sembrava male inizialmente, la Cina è lontana e ci scherzavamo sopra. L'abbiamo presa troppo superficialmente e guarda cosa sta succedendo adesso!

M: Si, ma solo i primi giorni però...quando i giorni sono diventate settimane e poi mesi ci siamo davvero resi conto che non era proprio una pacchia e così lontano come credevamo.

S:  SIII non avrei mai pensato di dire che mi sarebbe mancata la scuola, il convitto, le assistenti, i miei AMICI, le "nostre ciacole", il pensiero di come organizzare le prime feste, le prime uscite primaverili, l'estate...il mare!!

M: Mi stai dicendo che potrebbe essere stata una quarantena forzata con qualche lato positivo?

S: Bhe, non esageriamo. Stare in casa forzatamente non è mai positivo. É vero, sono passata dal vedere la mia famiglia una volta alla settimana al conviverci sette giorni su sette, ma è stato un periodo impegnativo...anzi, davvero impegnativo! Però mi ha aiutato a fare qualche pensiero, ho ri-scoperto tante cose, tante passioni abbandonate da tempo, rafforzato legami con le persone che mi circondano, ho scoperto di avere tante debolezze ad allo stesso tempo di essere in grado di non arrendermi di fronte ad ostacoli apparentemente impossibili da superare. Ho scoperto di avere un'energia dentro che non vedo l'ora di mostrare a tutti prima o poi, quando e soprattutto se torneremo alla "normalità".

M: Raccontami

S: Siamo fragili, tutti. E tutti in modo diverso

M: Alla faccia del "pensierino"...e da dove ti è venuto?

S: Non ti so dire di preciso, ma mi è venuto

M: Ci sarà stato qualcosa, o qualcuno che ti ha stuzzicato questo pensiero.

S: Forse semplicemente "ascoltando" come mi sentivo, come stavo io, o forse osservando le persone intorno a me, o forse semplicemente sentendo parlare di questo maledetto virus, bhe al di là del motivo...mi è venuto.

M: E poi?

S: E poi ho pensato che nonostante sappiamo benissimo di esserlo, continuiamo a tenerci strette le nostre debolezze a cui purtroppo (o per fortuna) abbiamo dovuto far fronte in questo periodo.

M: Questo è vero e sono tante le persone che hanno dovuto, o voluto, fare i conti con questa fragilità, ma sai che  non è per nulla facile fare i conti con  se stessi e con il proprio "io", è sempre stata una "brutta bestia", il più delle volte si preferisce, o si tende a negare le proprie fragilità. 

S: Negare di essere fragili significa automaticamente togliere una parte importante di noi stessi e della nostra personalità

M: Sì, ma non è così semplice, te lo assicuro. Soprattutto noi adulti fatichiamo a guardarti dentro e ci fa paura ogni tanto quello che potremmo trovare e allora preferiamo far finta di niente o mettere la maschera del "va tutto bene".

S: Sì lo so, ma dovremmo tentare di condividere sempre più ciò che ci spaventa e ci rende inaspettatamente vulnerabili e sempre meno riflessioni ed opinioni contrastanti sulle situazioni inverosimile in cui ci siamo trovati. O almeno dovremmo provarci.

M: Eh, che dire...probabilmente il segreto sta tutto nell'ultima parola, provarci.

S: Probabilmente se smettessimo di nasconderci fingendoci invincibili vivremmo tutti meglio.

M: Hai ragione S., forse il segreto è proprio qui. Chissà che questo periodo di quarantena ci abbia aiutato un po' tutti a fare i conti con le nostre fragilità.

S: Da una parte lo spero, perché ci renderebbe tutti più umani e meno costruiti, dall'altra mi domando se saremmo davvero in grado di esserlo anche senza quarantena, virus e tutto sto casino.

M: Bhe, sai come si dice: "la speranza è l'ultima a morire", ma dobbiamo dargli una mano altrimenti saranno solo parole. 

S: Per ma va bene...e a voi adulti?


di Michele Ricetti* & Serena Bormolini**  
* educatore e pedagogista
** studentessa III superiore 

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