La "seconda onda"



Il mare ci dona pace e serenità. La calma piatta, il profumo, il silenzio. Sensazioni ed emozioni positive accompagnano il nostro camminare a piedi nudi sulla spiaggia. La vista all’orizzonte che si perde, all’infinito.
Percepiamo tutto questo, quando il cielo è calmo e sereno. Quando però il vento cambia e le nuvole coprono il cielo terso, il mare si fa tempestoso e le onde più vivaci, quasi a rompere la quiete. 
La “seconda onda” arriva dopo la prima: sappiamo cosa ci può aspettare e - forse proprio per l’esperienza acquisita - siamo più preparati e pronti. Non possiamo dimenticare che in questo mare ondoso e in burrasca ci sono un mare di opportunità.

La comunità del nostro territorio è paragonabile a questo mare in burrasca, dove il vento e le intemperie aggrediscono il nostro quotidiano. Dobbiamo ritrovare la forza e la speranza di rivivere i luoghi, ma soprattutto le persone, che abitano la comunità. Dobbiamo accompagnare anziani e bambini, forse i più fragili e spaesati da questa “tempesta”, conducendoli come comunità unita e viva. All’arrivo della seconda onda, non dobbiamo spaventarci e abbandonare i luoghi dell’aggregazione spontanea, che con prudenza e in sicurezza si stavamo lentamente ri-popolando. Questi luoghi ci raccontano un’identità, di comunità e di territorio. Una identità che ci permette di vivere la nostra comunità nelle relazioni e nei rapporti come persone, come cittadini. Momenti, anche semplici, ma forti di significato, per le relazioni, l’ascolto, la vicinanza, l’attenzione, la cura. Valori imprescindibili per una comunità e una società attenta agli altri e all’altro, in tutte le sue sfaccettature.

Nella vita di ciascuno di noi c’è qualcosa che dà colore a tutto, come un sale che esalta i sapori e le cose belle dell’esistenza: questo sale è il vivere in società. Non da soli, ma insieme. Il vivere la “piazza” tra ricordi e risate, l’incontro per “strada” con una battuta volante, le feste e i momenti conviviali, che ci permettono si svagarci e essere davvero comunità, di camminare e crescere insieme.
Anche nel mare c’è il sale, e lì rimane, anche se trasportato dalle onde o dal mare in tempesta. Dobbiamo essere “sale” nella società, non smarrire o accantonare quella voglia di identità e di valori che ci contraddistingue. Ora, forse, limitati e in sicurezza, si può trovare una strada. Basta volevo. Proviamoci almeno, con gli strumenti di sempre o innovandoci, magari sbagliando, ma siamo e viviamo la nostra comunità. Non possiamo diventare come un mare senza sale; non possiamo lasciare che il piatto forte della vita diventi insipido, senza gusto, senza tono.

Non addormentiamoci sulla spiaggia, passivi spettatori in attesa della “seconda onda”.

diThomas Sosio*

*educatore e speaker



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