Quando sarò grande, vorrò essere un bambino.

 

Quante volte ci è capitato nella vita di sentir dire a un bambino: «quando sarò grande vorrò fare l'astronauta, il pompiere, la ballerina». Il bello delle loro affermazioni è che ci credono davvero, hanno negli occhi quella convinzione e quella determinazione che farebbero invidia a chiunque. Eppure, dagli adulti non vengono mai presi troppo sul serio.

Forse perché a noi, con il passare del tempo, la vita ci ha un po' rassegnati e la voglia di sognare liberamente abbiamo preferito chiuderla in quel famoso cassetto, insieme proprio a quei sogni mai realizzati. Questo il motivo per cui quasi nessun adulto si domanda, una volta diventato grande, se sia diventato proprio quello che sognava da bambino, anzi probabilmente non ce lo ricordiamo nemmeno più. Allora forse è giusto imparare qualcosa dai bambini, perché la loro spontaneità nel porsi obbiettivi senza pretese e senza fretta, ci deve insegnare che nella vita bisogna sempre puntare più in alto di dove vediamo, di dove crediamo di essere in grado di arrivare.

Quando i bambini rispondono alla domanda: «chi vorresti essere da grande?» non ci pensano due volte prima di rispondere, non si soffermano a tutti i “se” e a tutti i “ma” che la vita in un modo o nell'altro ci pone davanti. No, loro guardano dritti ai propri obbiettivi e si muovono di conseguenza.

Allora forse qualche volta guardare la vita attraverso i loro occhi sarebbe una scoperta nuova per noi che nei momenti in cui ci sentiamo persi, senza una meta o troppo stanchi per raggiungerla, ci arrendiamo troppo in fretta. Ritrovare anche solo parte della determinazione e caparbietà di un bambino potrebbe aiutarci a raggiungere traguardi che nemmeno immaginiamo, perché se a volte i bambini sono troppo ingenui i più grandi invece sono troppo arrendevoli.

Non importa se poi la meta non la si raggiunge, anche perché il più delle volte essa stessa cambia e si trasforma, ma il tratto di strada in più che abbiamo percorso ci ha infinitamente arricchiti.

Siamo abituati ad arrenderci troppo spesso e a fermarci in attesa che qualcosa cambi.

I bambini invece ci ricordano che un passo dopo l'altro da qualche parte si arriva, di sicuro.

E allora sì: è giusto crescere, evolversi e maturare, ma è ancora più saggio tenere custoditi in noi il bambino che eravamo ed ogni tanto, fermandoci davanti allo specchio, chiederci: era questa la persona che sognavo di diventare? Cosa desideravo davvero quando ero bambino? Faccio questo lavoro proprio perché credo profondamente nella purezza, nella spontaneità, nella bellezza di non avere pregiudizi, nella forza di volontà nel voler arrivare dove si vuole che contraddistingue ogni bambino.

E non a caso, proprio qualche giorno fa, un bambino mi ha chiesto: «Tu cosa vuoi essere da grande?» al momento non sapevo cosa rispondere, ma ripensandoci ora avrei risposto: «da grande vorrò essere un bambino».

di Simone Cusini*

*educatore


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