Il sogno...
M: Ciao A. allora
hai deciso o ancora no?
A: Ciao M. deciso
cosa?
M: Un uccellino mi
ha detto che stai pensando di fare il 4° anno all’estero…
A: Certo che non si
può nascondere nulla…
M: Di solito uno
nasconde le cose “brutte” o le cose di cui ha paura.
A: Beh allora hai
azzeccato…la seconda opzione è la mia…
M: Paura?
A: A dirti la verità
in merito a questo viaggio penso molto, e ho paura di partire.
M: Beh è una paura
sacrosanta, ma cosa ti spaventa?
A: Penso alla
possibilità di non riuscire ad adattarmi alla situazione, penso di farmi delle
aspettative che poi mi potrebbero lasciate delusa, di non riuscire a lasciare
la mia “comfort zone”, di lasciare l’ambiente a me famigliare, la mia famiglia
e i miei amici...
M: Se ti consola,
sono paure che abbiamo anche noi adulti…a dirla tutta abbiamo paura anche per
molto meno…
A: Si lo so, mi rendo
conto di avere molte paure, ma forse sono queste che più di tutte mi hanno
aiutato a fare questa scelta.
M: Tanta roba
questa tua ultima frase…"la paura che aiuta a fare una scelta”. Mi sa molto di
sfida.
A: Eccome se lo è! Cavolo
questo viaggio può essere veramente un “riscatto” per me: potrei conoscere
aspetti del mio carattere che sono nascosti, potrei veramente capire quanto
valgo. Potrei smettere di essere agli occhi degli altri la “ragazzina” che
ormai al posto di fare nuove esperienze si adagia alle situazioni a lei più
comode. Vorrei veramente dimostrare ai miei genitori, alla mia famiglia e
i miei amici che ho voglia di cambiare, cavolo questo è il viaggio che può
riscattarmi in tutti i modi possibili. io voglio un cambiamento in me.
M: mmm, ma guarda
che non devi dimostrare niente a nessuno. Tu vali, e tanto,
indipendentemente da chi ti circonda. Lo so, facile a dirsi, molto meno a crederci.
A: Ti confido una
cosa… mi sono impressa nella mente una frase di una canzone “quello che ti
spaventa tra qualche giorno non lo farà” allora penso che possa sicuramente
farcela, posso riuscire a realizzare il mio sogno perché un’opportunità del genere
non torna più.
M: Non ho la sfera
magica e non posso dirti come andrà. Ogni momento ha la sua sfida, sta a noi
scegliere di giocarsela o meno. Sono anche convinto che quello che ci spaventa
oggi, molto probabilmente ci spaventerà anche domani, ma affrontarla ci aiuterà
a dargli il giusto peso.
A: Forse proprio per
questo voglio giocarmi questa sfida, ma te lo dirò quando tornerò. Perché come
mi hai detto tu “che sia un mese, sei mesi o un anno il mio sogno ho provato ad
inseguirlo!”
M: Allora buon viaggio
A… e come diceva una canzone “buon cammino ovunque tu vada, forse un giorno
potremmo incontrarci lungo la strada”
Post-scriptum per i lettori…
Quando mi diletto a scrivere questi dialoghi con gli adolescenti che assecondano il mio “stressare” loro, mi rendo conto di “farla facile”, ma non è mai così.
Arriviamo al dialogo scritto dopo un periodo di confronto, di silenzi, di arrabbiature e di fiducia. Il desiderio, dietro ogni racconto, è quello di regalarvi un pezzo di “loro” perché ogni tanto dovremmo davvero darci il tempo di fermarci ad ascoltarli…e ogni volta è davvero una sorpresa. Soprattutto perché noi adulti ci dimentichiamo troppo in fretta che anche noi abbiamo vissuto la stessa loro età, le paure…i sogni.
di Michele Ricetti* e A.T.**
*educatore e pedagogista
**studentessa di III superiore
Commenti
Posta un commento