Cultura della cura. Prendersi cura dell'altro.
È da alcuni mesi che penso a questo scritto per #GliSpuntiDelVenerdì ed è, esattamente, dal 1° gennaio che questo argomento mi affascina e che ho deciso di approfondire e di condividere. Proprio il primo giorno dell’anno rimango colpita dal tema del messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della giornata mondiale della pace: “La cultura della cura come percorso di pace”[1].
Ma cosa significa cura?
Cercando nel dizionario, per dare
una corretta definizione ho trovato: cura: «persona, cosa di cui ci si
occupa». Occuparsi di qualcuno o qualcosa è un concetto pieno di
significato, di valore e di bellezza. La cura come promozione della dignità e
dei diritti della persona è al centro del nostro lavoro e del nostro pensiero
educativo, ma non solo è insito in ogni essere umano. Il concetto di persona
inteso come sviluppo umano e di relazione, di inclusione, di dignità.
Papa Francesco ha affermato durante
il suo messaggio: «ogni persona umana è un fine in sé stessa, mai semplicemente
uno strumento da apprezzare solo per la sua utilità, ed è creata per vivere
INSIEME nella famiglia, nella comunità, nella società, dove tutti i membri sono
uguali in dignità»[2].
Quanta semplicità e dolcezza nelle Sue parole.
Curare la relazione diventa un
occuparsi dell’altro a tutti gli effetti per garantire ad ogni essere umano una
vita felice. Occuparsi dell’altro nei luoghi e contesti di vita rende la
quotidianità qualcosa di straordinario: occuparci di noi stessi prendendoci
un tempo tutto nostro, occuparsi di preparare una merenda per i nonni, per i
cugini; prendersi cura del rapporto tra i colleghi; aver cura dell’ambiente in
cui viviamo.
Ognuno di noi si occupa di qualcuno
attraverso la semplicità dei gesti, un sorriso, un aiuto concreto, un pensiero,
un dono. Spesso non ci si rende conto di quanto valore abbia il prendersi cura,
è bene porre l’accento su questo nostro agire e rendere ogni atto più
consapevole ed intenzionale.
Con la consapevolezza individuale e
l’intenzionalità il nostro cuore si riempirebbe ancora di più. Provate a
pensare a come cambierebbe il vostro stato d’animo se al posto di preparare un
caffè per un amico come gesto automatico, vi soffermereste sui piccoli dettagli
di questa azione, dal messaggio pensato apposta per lui con alcune parole che
potrebbero fargli piacere al fargli trovare sul tavolo la tazzina con i suoi
colori preferiti, dall’accoglierlo con un sorriso e con la sensazione «ti stavo
proprio aspettando» oppure «non vedevo l’ora che tu arrivassi» al prendersi il
tempo per fargli trovare casa pulita.
Possono risultare piccoli dettagli
o banalità, ma credo che il prendersi cura racchiuda anche questo: semplicità,
dettagli, attenzione. Riconoscere nell’altro i suoi bisogni e i suoi desideri
significa accoglierlo pienamente, prendersi cura del suo Essere e della sua dignità.
Operiamo con solidarietà e rispetto verso una cultura della cura che possa
prendere sempre più il largo in questa nostra comunità bisognosa più che mai di
sguardi aperti, mani tese e cuori grandi.
di
Chiara Confortola*
*educatrice e danzaterapeuta
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