Ma io mi voglio bene? Sbabam!
M:
Ciao E., grazie per essere venuta all’ormai consueto appuntamento del lunedì
sera…anche se ancora online.
E:
Grazie a voi! Almeno ho l’occasione per distrarmi un attimo e non pensare a
meet, scuola, tirocinio e solite cose.
M:
Questa volta poi è stata davvero una meet davvero intensa!
E:
Si davvero! C’è stato un momento che mi sono stupita di noi.
M:
Ahah perché?
E:
Perché solitamente gli incontri sono molto più “scialli”.
M:
È vero, ma non sono mai banali.
E:
Esatto, ma questa volta la domanda che è venuta fuori mi ha colpito ancora di
più…
M:
Intendi quella: «Cosa potrebbero pensare gli altri di me?»
E:
Si. Inizialmente non ho dato peso a quella domanda.
M:
A quanto pare però ti ronza ancora in testa…
E:
Si, finita la nostra meet, mi è tornata in mente e mi sono chiesta perché uno
dovrebbe porsi una domanda del genere.
M:
E che risposta ti sei data?
E:
Sono giunta alla conclusione che probabilmente è perché uno è alla continua ricerca
dell’approvazione degli altri.
M:
In effetti potrebbe essere una possibile risposta….ma?
E:
Io credo che la continua ricerca di approvazione dagli altri sia come ascoltare
sempre la voce degli altri e corri il rischio di non sentire più la tua voce, i
tuoi pensieri e questo ti porta a non sapere più chi sei.
M:
Ma nessuno di noi è perfetto e credo che volontariamente o meno sia un rischio
che corriamo tutti! Voi ragazzi, ma non hai idea quante volte anche noi adulti!
E:
Si non lo nego. Anche a me è ancora capitato di cercare di piacere agli altri
per paura di rimanere sola e questo mi ha portato a nascondermi dietro una
maschera che piaceva agli altri ma non a me.
M:
È successo anche a me…e quando ti accorgi ti sembra di vivere la vita di un
altro. No?
E:
Vero?! Sai M., un giorno ho letto una frase che diceva «sii sempre ciò che sei,
magari con il rischio di non piacere a tutti, ma con la meravigliosa certezza
di piacere a te stesso» e mi ha fatto capire che non si può piacere a tutti, ma
ci sono delle persone alla quale piacciamo semplicemente per quello che siamo e
incontrare queste persone sia la cosa più bella che possa capitare a ciascuno
di noi. Sono proprio queste persone che dobbiamo tenerci strette.
M:
A questo punto mi sa che la domanda che dobbiamo farci è un’altra…
E:
Si, credo che possa suonare così: «ma io mi voglio bene?»
M:
Sbabam! Tanto valeva se mi davi una sberla... Ahah! Direi che questa è la
domanda che “fa paura” a voi, ma anche a noi…
E:
Ma è LA domanda che dovremmo farci un po’ tutti e che ti porta a ragionare
molto sul tuo modo di essere, sui tuoi pregi e difetti e troveresti sicuramente
delle parti di te che non ti piacciono e la vera sfida è quella di riuscire a
trasformare le parti di noi che non ci piacciono in nostri punti di forza.
M:
Wow…anche se la fai facile.
E:
Dici? Credo anche che non sia finita qui. C’è un’altra domanda che dovremmo
farci: «io sono sempre me stesso?».
M:
E con questa ci hai steso completamente! Tu che ne pensi?
E:
Io penso che decidiamo di mostrare solo alcune parti di noi, solitamente
mostriamo il nostro lato simpatico e felice invece che le nostre fragilità,
insicurezze ed emozioni. Le nostre paure tendiamo a nasconderle agli altri
forse per paura di essere giudicati e per paura di essere feriti.
M:
Non è semplice essere sé stessi E…
E:
Lo so M, ma queste parti che tentiamo di nascondere, ogni tanto sarebbe
bello riuscire a mostrarle a qualcuno, non è facile e bisogna trovare la
persona giusta che potrebbe rassicurarti e aiutarti a superare le tue
difficoltà.
M:
Non credevo che i nostri incontri smuovessero tanti pensieri…, ma secondo te,
ragazza di III superiore che cosa significa allora «essere sé stessi»?
E:
Essere sempre se stessi, secondo me, vuol dire anche avere il coraggio di
andare controcorrente perché tante volte quello che pensiamo è molto diverso
dal pensiero altrui e molte volte è più facile cambiare il tuo pensiero
piuttosto che “combattere” per quello in cui credi…
M:
….
di Michele Ricetti* e E.S.**
* educatore e pedagogista ** studentessa III
superiore
Post-scriptum…
Non
lo nego. Questa volta è stato “più difficile del solito” rendere per iscritto
le ciacole che hanno portato a pensare al tema che E. ci ha proposto. Difficile
perché l’intensità di ciò che è emerso forse non sono riuscito a renderla per
intero, ma vi assicuro che questa è una botta di vita per tutti noi adulti…me
per primo.
Commenti
Posta un commento