Aiutiamo i bambini a sentirsi bambini. - (Simone Cusini)
Non saprei dire quante volte
ultimamente mi capita di pensare "quanto sarebbe bello tornare
bambino", eppure è strano perché ricordo perfettamente con quanta fretta e
trepidazione, durante la preadolescenza, non vedessi l'ora di compiere 18 anni;
anche perché i miei genitori, ogni volta che si accendeva una discussione, mi
ripetevano: "quando avrai 18 anni potrai fare quello che vuoi, adesso
no". Che poi, lo ammetto, dopo la maggiore età mica è cambiato qualcosa;
ancora oggi ciò che dicono i genitori è imperativo assoluto e credo lo sarà per
sempre.
Lavorando ogni giorno a stretto
contatto con i bambini però, mi sono reso conto che un po' li invidio: la loro
ingenuità, la loro libertà di espressione spontanea, il loro meravigliarsi per
cose piccole e semplici, il loro costruire amicizie di una vita attraverso
piccoli bigliettini sgrammaticati o condividendo un gioco, la loro capacità di
immaginazione e l'incredibile caparbietà nel credere nei loro sogni.
Ogni giorno lo vivono a pieno, senza
preoccuparsi troppo di ciò che è stato ieri o di quel che potrà essere domani.
E non sapete quanto io sia grato di vivere le giornate con loro, perché tutto
quello che ti trasmettono ti salva dalla vita frenetica e a volte superficiale
di noi adulti.
Ultimamente però sento di dover
chiamare all'appello tutti noi: insegnanti, educatori e genitori, perché c'è
l'urgenza di proteggere il mondo dei nostri bambini.
Purtroppo, durante alcune mattinate
ho potuto osservare come molti bambini si incuriosiscano e si appassionino a cose
che non fanno per loro, che li mettono decisamente in pericolo. Ho visto
diversi bambini, durante i momenti liberi, simulare il gioco di 1, 2, 3 stella
nella versione rivisitata della recente serie TV "Squid Game", dove
se ti muovi non torni sulla linea di partenza ma vieni direttamente “sparato”.
Mi ha spiazzato la foga e il
coinvolgimento con cui giocavano i bambini, forse senza nemmeno rendersi conto
del concetto che ci sta dietro e questo mi ha preoccupato ancor di più: come
spiegarlo a loro, forse rischiando magari di incuriosirli maggiormente riguardo
a qualcosa di non adatto ai bambini?
Altre volte, invece, raccontano di
mostri e creature spaventose che non hanno nulla a che fare con quelle che
vedevo io da bambino nel cartone animato "Scooby Doo" che già mi
terrorizzavano, loro parlano invece di personaggi presenti in film o serie tv
rivolte ad un solo pubblico adulto. Ed è spiazzate la naturalezza con cui ne
parlano senza avere il minimo timore di ritrovarseli sotto il letto in cameretta
o di sognarli durante la notte. Sembra quasi che i bambini non abbiano più
l'interesse di vivere il loro mondo fatto su misura per loro, ma siano spinti
troppo prematuramente nel mondo dei più grandi. Credo che la responsabilità di
questo sia un effetto collaterale del mondo della tecnologia. Telefoni, tablet,
vari social e computer lasciati in mano ad un bambino da solo rischiano di
introdurli in un mondo troppo grande per loro, dove possono trovate di tutto e
soddisfare in brevissimo tempo la loro curiosità.
Tocca a noi adulti proteggerli, dare
a loro gli strumenti più adeguati ed efficaci per affrontare e rielaborare
tutto ciò che il mondo tecnologico gli presenta davanti. Non possiamo lasciarli
allo sbaraglio, ma piuttosto possiamo cercar di aiutarli a crescere secondo i
loro tempi imparando e osservando con gli occhi di un bambino, anche perché una
volta diventati adulti sicuramente sentiranno un po' di nostalgia per tutto ciò
che facevano da bambini. Quindi lasciamo che ne godano a pieno e che
costruiscano la loro personalità a piccoli passi.
Ormai siamo alle porte del Natale,
quale occasione migliore per ricordargli di sentirsi bambini e godersi quella
magia unica del periodo natalizio.
Buone feste a tutti e buon
2022.
di Simone Cusini
(educatore ed insegnante)
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