Caro diario...ti parlo di me. - ("Simo")
come stai?
Spero che alcuni dei semini che ti ho regalato abbiano iniziato a germogliare. Se tu riuscissi ad avere quegli occhi limpidi e quella pazienza che ti ho cercato di mostrare sarebbe bellissimo, perché oggi voglio parlarti di me. Sarah con il suo ultimo spunto ti ha dato altri motivi, ancora più luminosi, per accogliere chi hai di fronte. Perciò provaci.
Sai,
diario, mi sono innamorata di un ragazzo. Occhi chiari, gentile, allegro,
bellissimo. Sono stati degli anni molto belli, fatti di viaggi, foto, feste,
litigi, passeggiate. Dopo un po’ però mi sono accorta che non era la persona
che faceva per me, ho sofferto, l’ho fatto soffrire, ma ho deciso che non
volevo continuare a stare con lui. Ho passato dei mesi da sola e poi… i miei
sentimenti hanno preso di nuovo forma attraverso le parole senza chiedermi il
permesso. Era una ragazza ed io ero immensamente felice. Sono passati 6 anni
prima che io trovassi il coraggio di dire a me stessa che ero capace di
innamorarmi anche delle ragazze, 6 anni tra quando mi è successo per la prima
volta e quando ho saputo concedermi di accettare quel sentimento e finalmente
viverlo.
Quando
ho smesso di fermarmi all’apparenza e di mettere le mie regole come muri tra me
e le persone ho scoperto che il mondo è più vasto di quanto credessi. Ho
scoperto che le donne che amano le donne o gli uomini che amano gli uomini
esistono, che ci sono persone che amano sia gli uomini che le donne, e persone
che non sono attratte da nessuno dei due, e persone che hanno relazioni stabili
e dichiarate con più persone contemporaneamente. Ho scoperto che siamo cresciutɜ
classificando il mondo in due generi, ma forse qualcuno non si ritrova in
nessuno dei due. Ho scoperto che tutte queste persone sono ricche di bellezza.
Ma purtroppo ho scoperto anche che gli ostacoli da superare per preservala
sarebbero stati tanti, perché non tutti sono disposti ad ascoltare. A scuola o
i nostri genitori non ce ne parlano mai. Ecco perché ho insistito tanto con te:
vorrei che non capitasse lo stesso a chi arriverà dopo di me. Vorrei non avere
più paura di amare lui o lei o lǝi indifferentemente. Vorrei che i bambini
sapessero che esistiamo. Vorrei che tuttɜ potessero tornare a casa da scuola
con il sorriso e raccontare quanto sono innamoratɜ, non importa di chi. Vorrei
che i genitori facessero uno sforzo e non ci lasciassero più camminare da solɜ.
Vorrei poter essere io a parlare di me stessa, perché vivo ogni giorno ciò che
sono e non ho bisogno che qualcun altro mi descriva o decida per me cosa devo
provare.
Vorrei che le mie parole potessero aiutare qualcuno ad avere meno paura e più speranza. Vorrei che qualcuno l’avesse fatto con me. Ora il mio mondo è ricco di cose e persone belle e di speranze, ma anche di grosse nuvole nere. Ho provato sentimenti meravigliosi e coloratissimi, altri tetri e aridi, scritti sulle pagine di un diario che leggo solo io.
Perciò te lo richiedo, diario mio: sei pronto ad ascoltare le nostre storie?
“Simo”
P.S.:
“Simo” non è il mio nome, non importa chi io sia. Potrei essere tua figlia, tua
sorella, la tua migliore amica, la tua vicina di casa, chiunque. Forse sto
facendo fatica a parlarti di me e cerco di farlo tra le righe. Ascoltami. Chi
sono “io per te” non dovrebbe cambiare il tuo modo di leggermi.
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