Con sguardi diversi...aiutiamoli a crescere. (Daniela Lumina)
«Che pazienza che avete!»
Quante volte nei miei ambienti lavorativi ho sentito pronunciare questa frase dai genitori che ci affidavano i loro figli e prima di diventare mamma ero convinta di possederne…di pazienza; quindi, lo prendevo un po' come un complimento.
Ora da mamma, ogni volta che sento questa frase al lavoro, sorrido e spesso rispondo:
«Non è questione di pazienza, ma di rapporti!»
Mentre lo dico penso a quante volte stanca e avvilita ho osservato le mie figlie da piccole che facevano i capricci, o che non ubbidivano e ho pensato:
«Ok… meglio 20 bambini degli altri che 2 dei tuoi!»
Quante volte stremata e nervosa dopo un litigio con le mie figlie, magari proprio dopo un faticoso pomeriggio di compiti mi sono ritrovata a chiedermi:
«Ma com’ è possibile? Gli altri bambini mi ascoltano, a volte pendono letteralmente dalle mie labbra e le mie figlie no?»
Quante volte mi sono ritrovata io stessa a condividere emozioni o fatti alle orecchie professionali dei miei colleghi perché io, seppur educatrice, non sapevo come comportarmi o se avessi agito in modo corretto. Diverse volte mi sono pure ritrovata ad ascoltare consigli o osservazioni che io stessa faccio ad altre mamme, sentendomi pure un po' idiota per non averci pensato subito!
Eppure, da mamma tutto è diverso… ed è giusto che sia così! Quando lavoro i bambini che ho di fronte non sono i miei figli, e io non sono la loro mamma, non agisco come un genitore perché non abbiamo condiviso momenti, non ho aspettative o paure su di loro, non vivo su me stessa la loro frustrazione, la loro tristezza o le loro sconfitte ed è giusto che sia così!
Quando guardo le mie figlie i miei occhi sono schermati dall’amore materno, quando guardo i bambini al lavoro, per quanto mi possa affezionare a loro, sono consapevole che i miei occhi non possono essere schermati da niente, perché devono permettermi di osservarli nel modo più obbiettivo possibile per poterli aiutare a crescere in un modo diverso da un genitore: ad ognuno il suo ruolo. Così accade anche nell’ambiente della scuola: anche l’insegnante ha occhi diversi da un genitore, ma anche da un educatore.
Qualsiasi adulto che faccia parte della vita di un bambino avrà uno sguardo diverso, ma ciò che conta è che l’obbiettivo deve essere lo stesso: vederli crescere sereni, sostenerli ed aiutarli ad essere sempre più autonomi, finché diventeranno a loro volta degli adulti che volgono il loro sguardo su altri bambini.
di Daniela Lumina (educatrice)
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