C'è bisogno di nuova musica (Simone Cusini - insegnante)


 

Viviamo in un tempo storico non proprio accompagnato da “musica leggerissima”, come canticchiavano Colapesce-Dimartino al Festival di Sanremo del 2021, e questo credo sia evidente a tutti. È un periodo storico di grande incertezza e fatica, dove il futuro sembra così instabile e il presente non troppo accogliente e motivante.
Sembra proprio che il mondo fatichi a girare dalla parte giusta, e non è più di certo quel mondo che cantava Jimmy fontana nel 1965. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulla vita quotidiana di ognuno di noi e soprattutto su quella dei nostri giovani e adolescenti che faticano ad essere speranzosi, ambiziosi e fiduciosi nel domani in un momento così delicato e poco positivo.

C’è il rischio che le nuove generazioni restino bloccate e spaventate da ciò che sta accadendo con la conseguenza di non riuscire a creare nuove possibilità e altri orizzonti per il futuro.
Troppe volte qualcuno l’ho sentito chiamare i nostri giovani la “gioventù bruciata”, come canta Mahmood nel suo brano del 2019, ma siamo certi che non la stiamo bruciando proprio noi? Senza fare alcuno sforzo per darle speranza e nuova vita. Allora la domanda può sorgere spontanea: come possiamo aiutare i ragazzi ad avere nuovi stimoli e grandi sogni per la loro crescita? Un’ipotesi potrebbe essere quella di dare nuove occasioni e possibilità per sperimentarsi, mettersi in gioco ed esprimersi attraverso altri canali. Uno di questi, forse il più arcaico ma che spinge sempre al cambiamento utile, cambiamento di cui ci parlava già David Bowie nel suo brano “Changes” del 1972, è quello dell’espressione artistica e musicale in ogni suo genere.

Credo fortemente nella potenza trasformativa e educativa di qualsiasi forma d’arte: dalla più recente alla più antica. Offrire alle nuove generazioni reali e concrete possibilità di incontro con le arti potrebbe spronarli ad uscire da questo stato di immobilità per spingersi verso possibilità nuove attraverso molteplici modi di comunicare. Nuove forme di espressione dove è richiesta la presenza corporea (che non passa di certo attraverso uno schermo!), la presenza in sé come persona dove poter mettere in campo le proprie peculiarità e il proprio essere in maniera spontanea.

Riscoprire la potenza comunicativa e trasformativa delle attività artistiche sarebbe un’occasione nuova di incontro tra le diverse generazioni, un interscambio utile per aiutare i ragazzi a costruirsi un’ideale più fiducioso e speranzoso delle proprie capacità e delle diverse possibilità di comunicazione che non richiedono per forza l’utilizzo di un apparecchio tecnologico. È ciò che mi auguro possa essere messo in campo anche nel nostro piccolo territorio al più presto, per regalare a tutti un nuovo patrimonio artistico ed espressivo che non passi per forza attraverso la mera prestazione sportiva o l’inseguimento ossessivo di risultati qualitativi in ambito sportivo. Uno spazio creativo per tutti che non appiattisca le diverse capacità ma che le valorizzi in modo concreto ed efficace con la speranza di dare una nuova vita alle generazioni future e il coraggio necessario per andare controcorrente ad un mondo
 che sembra volerci schiacciare e uniformare tutti quanti, un po' come quello che si augurano i Baustelle mentre cantano “Charlie fa surf” nel 2008.

Aiutiamoli a sintonizzarsi su una nuova frequenza per ascoltare nuova musica: più motivante, determinata e che punta a nuovi orizzonti e possibilità.

di Simone Cusini (insegnante)

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