Dietro le quinte (di Valeria Rodigari - educatrice)
Cinelux
Livigno, 5 dicembre 2022, Favole Sfasate…
Il
pubblico inizia ad entrare in sala e prende posto sulle poltroncine rosse.
Il sipario è ancora chiuso, ma ogni tanto dai lati spuntano i volti dei personaggi, curiosi di riconoscere tra il pubblico volti familiari e amici.
«Dietro le quinte c’è il caos distillato in uno spazio molto piccolo» - così racconta William Alexander pittore ed istruttore d’arte - tutti sono in fermento…qualcuno è seduto in disparte e ripassa velocemente il copione, altri stanno indossando i costumi di scena, c’è chi cerca di scaricare la tensione in ogni modo: cantando, ballando, urlando, facendo una corsa sotto la neve.
Le
luci della sala si spengono, cala il silenzio.
Eccoci…è il momento.
Si apre il sipario, è arrivato il tempo di andare in scena.
Il pubblico osserva divertito il susseguirsi di vicende che accadono ai personaggi, dal palco riesco a sentire le loro risate sincere, i loro applausi e complimenti.
La visuale che ho io è completamente diversa, dietro il tendone nero non riesco a vedere lo spettacolo che va in scena, ma ne vivo uno parallelo fatto dalle persone con le loro emozioni, non dai personaggi.
Victor Hugo sosteneva che: «il teatro fosse il paese del vero, con cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco»
Io ho avuto la fortuna di osservare i cuori da “dietro le quinte”, sui volti riesco a leggere le emozioni contrastanti che stanno provando: agitazione, ansia, paura di dimenticare le battute, entusiasmo, voglia di mettersi in gioco e di sconfiggere la “paura” del palco.
Intanto ripenso a ciò che è stato, a tutto quello che abbiamo vissuto insieme in questi mesi.
È stato un percorso con alti e bassi, fatto di continue prove, risate, divertimento, impegno ed entusiasmo.
Il sipario è ancora chiuso, ma ogni tanto dai lati spuntano i volti dei personaggi, curiosi di riconoscere tra il pubblico volti familiari e amici.
«Dietro le quinte c’è il caos distillato in uno spazio molto piccolo» - così racconta William Alexander pittore ed istruttore d’arte - tutti sono in fermento…qualcuno è seduto in disparte e ripassa velocemente il copione, altri stanno indossando i costumi di scena, c’è chi cerca di scaricare la tensione in ogni modo: cantando, ballando, urlando, facendo una corsa sotto la neve.
Eccoci…è il momento.
Si apre il sipario, è arrivato il tempo di andare in scena.
Il pubblico osserva divertito il susseguirsi di vicende che accadono ai personaggi, dal palco riesco a sentire le loro risate sincere, i loro applausi e complimenti.
La visuale che ho io è completamente diversa, dietro il tendone nero non riesco a vedere lo spettacolo che va in scena, ma ne vivo uno parallelo fatto dalle persone con le loro emozioni, non dai personaggi.
Victor Hugo sosteneva che: «il teatro fosse il paese del vero, con cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco»
Io ho avuto la fortuna di osservare i cuori da “dietro le quinte”, sui volti riesco a leggere le emozioni contrastanti che stanno provando: agitazione, ansia, paura di dimenticare le battute, entusiasmo, voglia di mettersi in gioco e di sconfiggere la “paura” del palco.
Intanto ripenso a ciò che è stato, a tutto quello che abbiamo vissuto insieme in questi mesi.
È stato un percorso con alti e bassi, fatto di continue prove, risate, divertimento, impegno ed entusiasmo.
È stato un processo di crescita, vi ho
visto cambiare, affrontare le vostre paure e i vostri limiti, superare la
vostra timidezza, abbandonare piano piano i vostri comodi abiti per indossare i
panni dei personaggi.
Durante la prova generale qualcuno di voi mi ha chiesto:
Durante la prova generale qualcuno di voi mi ha chiesto:
«Quindi noi non vediamo lo
spettacolo?»
Voi ragazzi e ragazze siete stati lo spettacolo, e lo siete
ogni giorno con le vostre storie intrecciate!
di Valeria Rodigari (educatrice)
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