Da due piccole mani e un gesto grande (Sandy Cusini - educatore)

 


Dapprima che facessi l’educatore di professione ho sempre voluto cercare in qualche modo di aiutare il prossimo.
Il primo ricordo che ho riguardo a questa scelta risale a tanti anni fa, ai primi anni delle elementari, quando in classe, la maestra ci presentò una bambina “fragile”. Fui molto felice di giocare con lei ed aiutarla a sentirsi parte del gruppo dei miei compagni.
Ricordo che non parlavamo la stessa lingua, non sapevo cosa volesse dirmi con i suoi gesti e, con lo sguardo incuriosito tipico dei bambini, la osservavo nel suo muoversi, agitarsi e sorridere perché in cerchio battevamo le mani insieme a lei. Aveva un fare tutto suo, non stava mai ferma, si divertiva a rincorrerci e a scappare per la classe, ma tornava sempre da me e ogni volta cercava le mie mani, per batterle cantando insieme, per battermi il cinque o forse semplicemente per dirmi grazie.
Crescendo ho incontrato tanti altri bambini, ragazzi e amici con cui ho stretto dei legami forti, e spesso molte di queste relazioni sono iniziate con un piccolo e semplice gesto di aiuto.
 
Ma cosa vuol dire “aiutare il prossimo”? E quando siamo chiamati ad aiutare il prossimo?
 
Personalmente ritengo sia fondamentale e giusto cercare di metterci nei panni di chi ci è accanto o semplicemente di chi incontriamo per caso e provare a chiederci come vorremmo essere trattati e cosa ci renderebbe felici.
Sono migliaia le modalità in cui si può dare una mano a qualcuno, come quella di scrivere un messaggio o fare una chiamata ad un amico, oppure mettersi in ascolto senza avere pregiudizi, o magari a volte semplicemente con uno sguardo che vale più di mille parole.
Ci sono giorni in cui vorrei essere d’aiuto per chi invece fa più fatica a chiedere una mano, per chi, per paura di sbagliare, non trova il coraggio di farsi aiutare. Mi piacerebbe vivere in un mondo in cui ognuno nel suo piccolo avesse un occhio di riguardo verso il prossimo, perché sono sicuro che se tutti ci comportassimo così molte delle nostre fatiche si annullerebbero completamente…ed è proprio questo che cerco di trasmettere ai bambini e ragazzi che incontro.
Sono sicuro che se provassimo tutti insieme, ognuno a modo suo, ad insegnare ai più piccoli che ciascuno di loro è unico nel suo essere ed è una risorsa preziosa per l’altro, ci ritroveremmo in un futuro dove nessuno è abbandonato al suo cammino e vivremmo tutti un pochino più leggeri e sereni.
 
Mi fermo un attimo a guardare questa foto e mi vien da sorridere…chi mai l’avrebbe detto che da un semplice battito di mani, nato da un piccolo gesto di empatia e buona disponibilità, saremmo arrivati ad ascoltare insieme lo sciabordio delle onde del mare? Che meraviglia l’altruismo! Ed è straordinario pensare come le piccole cose e i piccoli gesti, siano quelli che alla fine valgono di più.
Non so ancora come si faccia a riconoscere chi più di tutti ha bisogno di una mano e non so nemmeno quale sia il metodo corretto, ma so per certo che essere disponibili a mettersi in gioco, magari anche sbagliando, provando ad aiutare il prossimo sia un gesto semplicemente strepitoso che ci rende complici nella realizzazione di un posto migliore.

di Sandy Cusini (educatore)

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