Dov'è casa? A chi appartengo? (Lavinia Ancuta - economista e specializzata in statistica)
Queste due domande che per
alcuni possono sembrare banali aprono il monologo di Vamba Sherif (romanziere,
giornalista e critico cinematografico nato in Liberia) che ha cambiato paese più
di una volta, vivendo in Kuwait, Siria ed Olanda.
Nel suo discorso, Vamba racconta come, per necessità o per scelta, ha provato ad integrarsi in nuove realtà e spiega, in parole semplici, il distaccamento sentito al momento del ritorno nel posto che una volta chiamava casa.
Ascoltando le sue parole,
penso a quanto spesso ho sentito parlare del sentimento di “appartenenza”, ovunque
e da nessuna parte, fenomeno sempre più diffuso ora con la globalizzazione, ma
da sempre presente anche ai tempi dei nostri nonni, quando molti si dovevano
trasferire per lavoro o per situazioni instabili nel proprio paese.
Vivere in posti diversi mette
in discussione il proprio senso di appartenenza.
Nel suo discorso, Vamba racconta come, per necessità o per scelta, ha provato ad integrarsi in nuove realtà e spiega, in parole semplici, il distaccamento sentito al momento del ritorno nel posto che una volta chiamava casa.
Nel nostro percorso
sentiamo tutti la necessità di essere parte di qualcosa e di qualcuno, di poter
condividere le nostre esperienze con qualcun altro perché appartenere ad un
gruppo ci dà un senso d’identità, ci aiuta sentirci connessi e soprattutto
inclusi.
Il senso di appartenenza
può rappresentare qualcosa di diverso per ognuno di noi, ma è un bisogno
innato.
C’è chi lo associa alla famiglia,
al proprio gruppo di amici oppure ad un posto in particolare nel mondo.
C’è chi lo identifica nella propria capacità di adattarsi ad un nuovo posto.
C’è chi pensa di dover cambiare sé stesso in modo da mimetizzarsi nella nuova società.
Ci sono persone che lo associano all’ intensità delle relazioni che riescono a costruire nelle loro nuove realtà.
C’è chi lo identifica nella propria capacità di adattarsi ad un nuovo posto.
C’è chi pensa di dover cambiare sé stesso in modo da mimetizzarsi nella nuova società.
Ci sono persone che lo associano all’ intensità delle relazioni che riescono a costruire nelle loro nuove realtà.
La mia visione di appartenenza è stata sempre un po’ mutevole, è cambiata varie volte.
Quello che ho imparato però è che sviluppare questo senso è un lavoro a lungo termine, a tempo indeterminato. Ci vuole tanta pazienza, volontà, piccoli passi, obbiettivi realizzabili e termini di scadenza lontani.
di Lavinia Ancuta (economista, specializzata in statistica)
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