Empatia. Quando le vite sono ribaltate. (di Thomas Sosio - educatore)
Il termine empatia deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni.
Empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo emozioni e pensieri.
Empatia è una parola sì, ma è soprattutto un so-stare nelle corde e nelle emozioni altrui, un’abilità sociale importante per la comunicazione nelle relazioni sociali che viviamo ogni giorno.
Perché dunque mettersi nei panni dell’altro?
Per cercare, quantomeno, di capire di entrare in relazione e forse per rispondere alle nostre domande e ai nostri dubbi. Noi ci abbiamo provato, grazie alla creatività ed entusiasmo dei nostri ragazzi. Facciamo un passo di lato.
All’inizio delle attività invernali del CiAGi, per i ragazzi delle medie, abbiamo proposto lo strumento del teatro per affrontare una tematica attuale e vicina: il rapporto genitori e figli. Lo spettacolo proposto “Vite ribaltate” aveva tre scene, tre famiglie, tre contesti di vita quotidiana, da qui la pièce teatrale che si articola ribaltando la situazione iniziale: figli che diventano genitori e genitori che diventano figli.
Dialoghi e scene, costruiti ed elaborati con i ragazzi, grazie al laboratorio teatrale, che ci ha permesso di affrontare questo tema, ma soprattutto l’empatia, l’essere nei panni di… essendo qualcun altro. Un qualcuno che non sempre è facile comprendere o capire, genitori e figli che siano, ma che è importante conoscere e a volte porsi delle domane, da entrambi i lati: perché mi ha risposto così? Perché insiste con quella cosa? Perché non mi ascolta
Empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo emozioni e pensieri.
Empatia è una parola sì, ma è soprattutto un so-stare nelle corde e nelle emozioni altrui, un’abilità sociale importante per la comunicazione nelle relazioni sociali che viviamo ogni giorno.
Perché dunque mettersi nei panni dell’altro?
Per cercare, quantomeno, di capire di entrare in relazione e forse per rispondere alle nostre domande e ai nostri dubbi. Noi ci abbiamo provato, grazie alla creatività ed entusiasmo dei nostri ragazzi. Facciamo un passo di lato.
All’inizio delle attività invernali del CiAGi, per i ragazzi delle medie, abbiamo proposto lo strumento del teatro per affrontare una tematica attuale e vicina: il rapporto genitori e figli. Lo spettacolo proposto “Vite ribaltate” aveva tre scene, tre famiglie, tre contesti di vita quotidiana, da qui la pièce teatrale che si articola ribaltando la situazione iniziale: figli che diventano genitori e genitori che diventano figli.
Dialoghi e scene, costruiti ed elaborati con i ragazzi, grazie al laboratorio teatrale, che ci ha permesso di affrontare questo tema, ma soprattutto l’empatia, l’essere nei panni di… essendo qualcun altro. Un qualcuno che non sempre è facile comprendere o capire, genitori e figli che siano, ma che è importante conoscere e a volte porsi delle domane, da entrambi i lati: perché mi ha risposto così? Perché insiste con quella cosa? Perché non mi ascolta
Perché non mi parla? Domande lecite e necessarie da farsi e da fare, ma soprattutto indagare sul perché.
Troppo facile nascondersi dietro ad un sì o un no, senza motivarlo, senza guardarsi negli occhi e parlare. Lo spettacolo “Vite ribaltate” ci ha profondamente aiutato a riflettere su queste dinamiche e situazioni, quotidiane e attuali, alle quali genitori e figli sono chiamati a rispondere.
Quindi, a volte, proviamo a ribaltare le nostre vite, a metterci nei panni di chi abbiamo di fronte, anche solo per un attimo, per provare ad essere l’altro, per provare a capire i silenzi o le parole di troppo, per provare un po' di empatia in più.
Ribaltiamoci.
Quindi, a volte, proviamo a ribaltare le nostre vite, a metterci nei panni di chi abbiamo di fronte, anche solo per un attimo, per provare ad essere l’altro, per provare a capire i silenzi o le parole di troppo, per provare un po' di empatia in più.
Ribaltiamoci.
di Thomas Sosio (educatore)
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