Nel mezzo c'è la vita (di Simone Cusini - educatore)

 


   Famiglia.
  Quante volte abbiamo sentito questa parola sia nella quotidianità che nelle aule universitarie o nei discorsi di chi si intende di educazione. La famiglia è dappertutto: tra le mura della scuola, nel mondo animale, nei racconti del passato o del futuro di ognuno di noi e, soprattutto in questo periodo, la famiglia torna fortemente anche durante le festività. 
  Siamo abituati, durante il periodo natalizio, a riunirci con i nostri familiari per sentire il calore di quelle relazioni parentali costruite nel tempo con i cugini con il quale si è cresciuti, con quegli zii con il quale si sono condivisi i traguardi importanti della vita, con i nonni che con amore incondizionato si prendono cura di noi e del nostro crescere e con i genitori che, ogni Natale, si travestono da Babbo Natale per regalare un po’ di magia e qualche dono anche quando si è un po’ più grandi. 
  La famiglia, quindi, non è mai di passaggio: iniziamo a fare i nostri primi passi proprio all’interno dell’ambiente familiare, costruiamo e diamo forma alla nostra personalità e alle nostre passioni proprio durante i primi anni di vita mettendoci a confronto con le nostre prime figure educative: i genitori. 
  Poi si cresce, gli anni passano e iniziamo a riempire noi stessi anche attraverso le amicizie, gli insegnati, le persone che incontriamo e quelle di cui ci innamoriamo, tessendo il filo della vita attraverso il nostro modo unico di essere ma intriso di tutti quegli incontri e scambi umani che la vita ci regala. 
  Ma allora: chi siamo noi? Quanto siamo condizionati dal primo ambiente familiare in cui nasciamo e quanto questo traccia il nostro futuro? 
  Tante, forse troppe volte, mi è capitato sentir dire: «dipende tutto dai genitori», «si vede proprio da che famiglia viene», «ma e i genitori? Dove sono? Non è abbastanza seguito».
  Sicuramente l’ambiente familiare di ciascuno di noi influenza fortemente il nostro modo di essere, il modo di comportarci e di pensare ma, la mia esperienza lavorativa e non solo, mi hanno insegnato che non si può ridurre tutto solo a questo. 
  C’è chi purtroppo non ha la fortuna di nascere nel caldo e accogliente ambiente famigliare, chi forse i genitori non li ha o li ha persi troppo presto oppure chi è stato affidato ad altri servizi che si occupano di cure familiari e, quindi, in questi casi vogliamo davvero credere che il loro destino e futuro sono già segnati dalla particolare impronta familiare ricevuta? 
  No, io non ci voglio credere anzi vorrei proprio affermarlo attraverso tutte le storie di vita che ho avuto la fortuna di conoscere e che dimostrano che, poi, il proprio percorso lo si costruisce un po’ da sé con, certamente gli strumenti avuti in dono dall’ambiente familiare ma se, per qualsiasi motivo questi non dovessero esserci, una persona può comunque realizzarsi e dare forma al proprio futuro in maniera efficace. 
  E allora mi piace pensare e immaginare la famiglia come il punto di partenza e di arrivo della vita di ciascuno di noi, ma che nel mezzo ci sta la vita a scompigliare tutte le carte e a trasformare le possibilità in infinite diverse occasioni per diventare ciò che siamo destinati ad essere. 

di Simone Cusini (educatore)


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