Siamo delle cartoline di Positano, quando siamo online. (di Beatrice Pradella - psicologa)

 


Capita spesso di trascorrere del tempo sui social e senza accorgersene passano le ore, scorriamo la home page e veniamo catturati e incuriositi da tantissimi contenuti diversi. 
Sui social network è facile illudersi che le vite degli altri possano essere sempre migliori della propria, più entusiasmanti e coinvolgenti, più appaganti e soddisfacenti. 
La pagina Instagram è diventata come una sorta di biglietto da visita della propria vita e uno strumento per conoscere la vita degli altri. Come un piccolo assaggio della quotidianità altrui. Ed è incredibile quanto generalmente si voglia mostrarsi felici online, con delle vite estremamente vicine alla perfezione. 
Siamo tutti felicissimi, online. 
Siamo i protagonisti dei cinepanettoni. Condividiamo storie di sorrisoni, di selfie di gruppo, di piedi immersi in piscina, di drink che oscillano oltre il bordo del bicchiere. Siamo delle cartoline di Positano, quando siamo online. Può succedere però che questa valorizzazione della vita “perfetta” e di contenuti “eccessivamente felici” possano creare delle aspettative che vengono spesso disattese. In questo modo è facile mettersi in discussione e sentirsi costantemente inadeguati. 
Siamo veramente come ci mostriamo? Ma tutto il resto, dove sta? Perché c'è dell'altro. Siamo dell'altro. Siamo molto, moltissimo altro. Dove sta, tutto il resto di quel che siamo? 
Dove sono tutte le paure e le insicurezze che caratterizzano ciascuno di noi? Dove sono le notti in bianco e le preoccupazioni verso il proprio futuro? Dove sono, i nodi nella gola e la nostalgia di casa? Perché è questo che siamo: quando il bar chiude e si svuotano i bicchieri, quando la batteria è al 3% e il caricabatterie è lontano. Siamo quel che rimane. In fondo non siamo altro che grattacieli di fragilità. Una fragilità che va riconosciuta, valorizzata e ascoltata. 
Sui social ognuno è liberissimo di scegliere cosa condividere e quale messaggio trasmettere ma credo sia fondamentale che si abbia la consapevolezza che la vita vera è tutta un’altra cosa o, meglio, che i post che scorriamo sui social siano solo una piccolissima fetta della realtà vissuta. 
È importante riconoscerlo e non esitare a mostrarsi anche per quello che si è, provare a dare voce ai nostri limiti e alle nostre imperfezioni, accettando anche le incertezze, le fatiche e le difficoltà. 
Potremmo imparare a smettere di essere estremamente esigenti e perfezionisti con noi stessi. 
Perché la vita è un continuo alti e bassi di emozioni e sentimenti, di traguardi inaspettati, è tenacia per raggiungere i propri sogni, è la paura di rimanere delusi o soli, è il tempo dedicato alle persone che ci stanno a cuore, è tutto ciò che non si può postare ma solamente vivere. 

di Beatrice Pradella (psicologa)


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