«Che lavoro fai?» «Aiuto i bambini a fare i compiti» (di Daniela Lumina - educatrice)
Ho fatto diversi lavori con i bambini, eppure
ho scelto di fare solo l’educatrice.
Metto quel “solo” perché spesso è un lavoro che rimane nell’ombra eppure, quando nel pomeriggio mi siedo in mezzo ai bambini e li guardo trafficare tra cartelle, quaderni, libri e astucci, mentre mi raccontano un po’ della loro vita o semplicemente parlottano o si stuzzicano tra di loro, non posso fare a meno di pensare che non vorrei essere da nessun’altra parte.
Li guardo svolgere i loro compiti e la domanda che mi passa continuamente per la testa mentre li osservo è: «Come posso aiutarli?»
Li guardo provarci e riprovarci, darsi una mano tra loro, ogni tanto anche rimproverarsi o sostenersi a vicenda.
Metto quel “solo” perché spesso è un lavoro che rimane nell’ombra eppure, quando nel pomeriggio mi siedo in mezzo ai bambini e li guardo trafficare tra cartelle, quaderni, libri e astucci, mentre mi raccontano un po’ della loro vita o semplicemente parlottano o si stuzzicano tra di loro, non posso fare a meno di pensare che non vorrei essere da nessun’altra parte.
Li guardo svolgere i loro compiti e la domanda che mi passa continuamente per la testa mentre li osservo è: «Come posso aiutarli?»
Li guardo provarci e riprovarci, darsi una mano tra loro, ogni tanto anche rimproverarsi o sostenersi a vicenda.
Li vedo
sconfitti quando le cose proprio non riescono ad entrare in testa e li vedo
illuminarsi per quei piccoli traguardi che riescono a raggiungere, e non posso
fare a meno di dispiacermi o gioire con loro.
Ogni bambino ha una particolarità, delle piccole qualità che lo rendono unico, diverso da tutti gli altri, ha dei bisogni differenti e ognuno percorre la sua strada con i suoi tempi e con ciò che ha.
Giorno dopo giorno li osservo fare i compiti e cerco di conoscerli un po' di più, di entrare un po' di più nel loro mondo e di capire come aiutarli ad acquisire quella sicurezza e quelle strategie che gli permettano di camminare da soli perché, come scriveva Francois Rabelais: «Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere»
Appunto nella mente (e poi su un foglio) tutto quello che può essermi utile e spesso mi confronto con le loro maestre, i genitori, i miei colleghi o altre figure professionali per cercare con loro nuove strategie: credo molto nell’importanza della rete fra adulti perché solo così si possono raggiungere risultati senza accontentarsi di quello che si otterrebbe lavorando da soli.
Sappiate però che spesso alla domanda: «Che lavoro fai?»
Ogni bambino ha una particolarità, delle piccole qualità che lo rendono unico, diverso da tutti gli altri, ha dei bisogni differenti e ognuno percorre la sua strada con i suoi tempi e con ciò che ha.
Giorno dopo giorno li osservo fare i compiti e cerco di conoscerli un po' di più, di entrare un po' di più nel loro mondo e di capire come aiutarli ad acquisire quella sicurezza e quelle strategie che gli permettano di camminare da soli perché, come scriveva Francois Rabelais: «Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere»
Appunto nella mente (e poi su un foglio) tutto quello che può essermi utile e spesso mi confronto con le loro maestre, i genitori, i miei colleghi o altre figure professionali per cercare con loro nuove strategie: credo molto nell’importanza della rete fra adulti perché solo così si possono raggiungere risultati senza accontentarsi di quello che si otterrebbe lavorando da soli.
Sappiate però che spesso alla domanda: «Che lavoro fai?»
Rispondo semplicemente: «Aiuto i bambini a fare i compiti», ma se mentre
lo dico mi brillano gli occhi, adesso sapete il perché.
di Daniela Lumina
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