Ascoltiamoci (di Thomas Sosio - educatore)
(tempo di lettura 1.30 min.)
L’ascolto è una parte fondamentale del nostro essere persone.
Ascoltare ci permette di conoscere, sapere e osservare quello che ci circonda, tant’è che come ci ricorda un noto moto di dire: «Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà».
Al CiAGi, con un gruppo di circa 30 ragazzi/e di terza media stiamo affrontando un laboratorio espressivo che ha come filo conduttore il tema delle emozioni. Emozioni vissute, da condividere, da riconoscere, emozioni vere e profonde che accompagnano una fase così delicata della vita, quella della crescita. Siamo partiti dall’io, come persona, come singolarità e unicità, per arrivare a ciò che vedono gli altri di me, cosa pensano e come ci descrivono. Abbiamo proseguito poi con il riconoscere le emozioni, grazie alle espressioni facciali, ai gesti, al non verbale, che molte volte non sempre sono riconoscibili o richiedono una diversa interpretazione.
Il riconoscere richiede anche la forza di mettersi in gioco, come ci racconta una ragazza, al termine del laboratorio: «penso che riconoscere le emozioni sia difficilissimo, però se nella vita di tutti i giorni diamo più peso alle persone che ci passano e al loro corpo potrebbe essere anche semplice, basta mettersi sempre in gioco».
Una parte importante del laboratorio è dedicata all’ascolto, un ascolto attento e senza giudizio, un racconto libero e spontaneo da parte dei ragazzi fatto di grande condivisione delle fatiche e dei dubbi relativi a quello che stanno vivendo.
Sicuramente l’ascolto richiede attenzione, impegno e concertazione, richiede il so-stare, il fermarsi e vivere quel momento. Attimi e tempi positivi, di condivisione e di crescita, nel quale sono emersi diversi temi, sui quali concentreremo la nostra e loro attenzione nel proseguo delle attività.
L’importanza, dunque, di un ascolto attento e di una presenza costante, che possa accompagnare, condividere e aiutare i ragazzi nella loro crescita. Non mancano certamente i momenti di leggerezza o di gioco, ma anche questo è terreno fertile per coltivare la presenza e la fiducia. Quindi ascoltiamoci, prima noi e poi chi abbiamo accanto, coloro i quali abbiamo la fortuna di incontrare nella nostra quotidianità.
Parliamo meno e ascoltiamoci di più.
Ascoltare ci permette di conoscere, sapere e osservare quello che ci circonda, tant’è che come ci ricorda un noto moto di dire: «Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà».
Al CiAGi, con un gruppo di circa 30 ragazzi/e di terza media stiamo affrontando un laboratorio espressivo che ha come filo conduttore il tema delle emozioni. Emozioni vissute, da condividere, da riconoscere, emozioni vere e profonde che accompagnano una fase così delicata della vita, quella della crescita. Siamo partiti dall’io, come persona, come singolarità e unicità, per arrivare a ciò che vedono gli altri di me, cosa pensano e come ci descrivono. Abbiamo proseguito poi con il riconoscere le emozioni, grazie alle espressioni facciali, ai gesti, al non verbale, che molte volte non sempre sono riconoscibili o richiedono una diversa interpretazione.
Il riconoscere richiede anche la forza di mettersi in gioco, come ci racconta una ragazza, al termine del laboratorio: «penso che riconoscere le emozioni sia difficilissimo, però se nella vita di tutti i giorni diamo più peso alle persone che ci passano e al loro corpo potrebbe essere anche semplice, basta mettersi sempre in gioco».
Una parte importante del laboratorio è dedicata all’ascolto, un ascolto attento e senza giudizio, un racconto libero e spontaneo da parte dei ragazzi fatto di grande condivisione delle fatiche e dei dubbi relativi a quello che stanno vivendo.
Sicuramente l’ascolto richiede attenzione, impegno e concertazione, richiede il so-stare, il fermarsi e vivere quel momento. Attimi e tempi positivi, di condivisione e di crescita, nel quale sono emersi diversi temi, sui quali concentreremo la nostra e loro attenzione nel proseguo delle attività.
L’importanza, dunque, di un ascolto attento e di una presenza costante, che possa accompagnare, condividere e aiutare i ragazzi nella loro crescita. Non mancano certamente i momenti di leggerezza o di gioco, ma anche questo è terreno fertile per coltivare la presenza e la fiducia. Quindi ascoltiamoci, prima noi e poi chi abbiamo accanto, coloro i quali abbiamo la fortuna di incontrare nella nostra quotidianità.
Parliamo meno e ascoltiamoci di più.
di Thomas Sosio
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