Post

Visualizzazione dei post da 2025

Nessi sociali (di Thomas Sosio - educatore)

Immagine
  (Ispirato alla prima parte del laboratorio educativo  proposto ai ragazzi delle medie dallo staff del CiAGi Livigno in questi mesi) Connessione, legame, relazione. Queste tre parole insite nel significato nesso, ci accompagnano tutti i giorni, nella nostra quotidianità. Siamo sempre in relazione, con gli altri, con le cose che facciamo, con gli oggetti con i quali veniamo alle mani, una connessione che è fatta delle nostre scelte, un legame che può essere profondo o superficiale. La connessione si sa, ci fa subito pensare al telefono, al computer, ai social. Proprio il grande mondo delle interconnessioni mediali, ci ha fatto ragionare con l’equipe educativa del CiAGi, relativamente al fatto di indagare e monitorare l’uso del telefono e il loro rapporto con i ragazzi che frequentano le attività proposte. Infatti, con il gruppo di prima e seconda media, il tema che stiamo affrontando è proprio quello dei social, il loro utilizzo e la qualità del tempo dedicato. Quante volte ve...

Alla velocità del tempo (di Luna Corvi - assistente sociale)

Immagine
  Il tempo è qualcosa che spesso sentiamo correre veloce oppure qualcosa che noi rincorriamo tentando di afferrarlo e sfruttarlo di più. Alle volte, invece, il tempo è qualcosa che percepiamo lento, qualche volta più lento che mai, ed è come se fossimo noi ad aspettarlo e ad accorgerci della sua esistenza. Attendere è qualcosa di molto faticoso, soprattutto se stiamo aspettando che il tempo operi nelle nostre vite e nelle vite degli altri. È difficile concepire il fatto che anche “il tempo abbia bisogno di tempo”. Quanto è faticoso rallentare? Eppure, ne abbiamo bisogno. Quanto ci costa tutta questa costante velocità e impazienza? Moltissimo. Perché prendersi il tempo per seminare, annaffiare e curare dentro di noi è prezioso ed è altrettanto prezioso saper cogliere i frutti quando sono maturi. Quante volte, per fretta, raccogliamo o, meglio, strappiamo qualcosa che non è pronto?   Quante volte pretendiamo risposte immediate anche per quelle domande che di risposte spicc...

Finalmente primavera (di Ilenia Bradanini - psicomotricista)

Immagine
  È ufficialmente iniziata la primavera. Non vediamo l'ora delle belle giornate, delle passeggiate nella natura che si risveglia, il sole che torna a scaldare. La primavera è un invito alla rinascita, è proprio ciò che ci fa comprendere al meglio il significato di cambiamento: ci sono giornate bellissime, quasi estive, intervallate da momenti in cui sembra di tornare in pieno inverno. Essa ci ricorda che, anche dopo i momenti più freddi e bui, c'è sempre la possibilità di rinnovarsi, e che il cambiamento arriva un passo alla volta, lasciandosi gradualmente indietro il passato ed accogliendo pian piano il presente ed il futuro. Tutti sentiamo la primavera, migliora l'umore, risveglia le forze, ci fa sentire un formicolio di vita lungo tutto il corpo. Ed è il momento giusto per prendersi un momento per sé e riflettere: come voglio spendere queste energie? Quando è bella questa luce dopo il buio invernale? Come voglio essere attivo nel mio cambiamento? Oggi, durante la pausa...

I bambini sono come spugne (di Deborah Rodigari - educatrice)

Immagine
  Qualche giorno fa ero al parco giochi con un gruppo di bambini delle elementari che frequentano le attività del Centro di Aggregazione Giovanile. È una bella giornata, il sole splende nel cielo e dopo aver camminato tutti insieme, ci fermiamo ed è il momento di svagarsi. Osservo i bambini: qualcuno corre, qualcuno sale sull’altalena, qualcuno va sullo scivolo, qualcuno sul dondolo. Mi avvicino a quest’ultimo gruppo di bambini per aiutarli a salire e poi per spingerli. Sono in quattro e lì, in quel piccolo spazio, iniziano a confabulare tra loro, per rendervi meglio l’idea vi direi che iniziano a parlare tra loro come quattro adulti seduti ad un tavolo di un bar. Li osservo e li ascolto, ma rimango in silenzio. Parlano di scuola, di compagni, di amici, di sport, di tempo libero. Io li spingo sul dondolo ma continuo a rimanere in silenzio, l’argomento si fa interessante. Iniziano a parlare di Olimpiadi, di discipline, di luoghi dove avverranno le gare. «Sai la mia mamma dice ch...

Una piccola storia di Carnevale (di Francesca Bormolini - insegnante)

Immagine
  La settimana scorsa si è concluso il Carnevale, una festa gioiosa che quest’anno mi ha anche insegnato molto. Il Carnevale è per tutti, ma soprattutto per i bambini, con le loro maschere i loro costumi e la loro gioia contagiosa. Vedere i bambini felici e sorridenti è davvero la magia del Carnevale. Durante queste giornate, sono stati proprio i bambini ad insegnarmi tante cose. Non dobbiamo aspettarci che essi si siedano dietro la cattedra e ci chiedano di ricopiare la lavagna, ma dobbiamo imparare ad osservarli, perché il loro modo di vivere le cose, spesso ci dà l’esempio di come anche noi dovremmo comportarci. Al Carnevale di Trepalle seguivo il gioco delle freccette; hanno partecipato adulti e bambini di ogni età, ma uno di loro mi è rimasto impresso nella mente più di tutti. Per vincere un premio serviva centrare due volte il numero 100; così la scena si ripeteva in continuazione: arrivava un giocatore, tirava tre freccette e via al prossimo gioco; ogni tanto arrivava un 1...

Non sono altro che...ma chi sono io? (di Valeria Rodigari - educatrice)

Immagine
  La canzone “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi è stata un ottimo punto di partenza per l'attività proposta ai ragazzi durante una lezione di educazione civica. Dopo l'ascolto del brano, l'individuazione dei nuclei tematici principali, la riflessione e il confronto sulle diverse tematiche, è stato proposto ai ragazzi un laboratorio dal titolo “Chi sono io?”. I ragazzi avevano a disposizione dei giornali e delle riviste per creare un collage, composto da immagini, che raccontasse qualcosa di loro e descrivesse la persona che sono. Ognuno di loro aveva un foglio bianco che poteva gestire liberamente decidendo come gestire lo spazio, se utilizzare il foglio in verticale o orizzontale, se concentrare tutte le immagini in un punto, oppure sparpagliarle per il foglio, se utilizzare tante o poche immagini, se aggiungere delle scritte oppure no. Durante l'attività regnava il silenzio, cosa molto strana all'interno di una classe composta da 26 ragazzi e ragazze preadoles...

Non sono altro che... (di Valeria Rodigari - educatrice)

Immagine
  Qualche settimana fa si è svolto il sessantacinquesimo Festival di Sanremo, che piaccia o no credo che la musica sia un potente mezzo per trasmettere messaggi. Durante questo festival una canzone mi ha colpito più di altre, sia per la personalità che l'artista ha mostrato sul palco, sia per il testo d'impatto che mi ha fatto riflettere su diversi temi, si tratta di “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi. Sono educatrice di classe in una classe delle medie e durante una lezione di educazione civica abbiamo analizzato insieme ai ragazzi il testo di questa canzone e i messaggi che in essa sono racchiusi. Facendoci ispirare dal testo abbiamo proposto loro un’attività creativa in cui attraverso l’utilizzo di immagini prese da riviste dovevano rispondere alla domanda “Chi sono io?” « Volevo essere un duro/ che non gli importa del futuro/ un robot, un lottatore di sumo/ uno spaccino in fuga da un cane lupo/ alla stazione di Bolo…» Quante volte ci siamo nascosti dietro la faccia d...

A questo punto chi è l'educatore? (Sandy Cusini - educatore)

Immagine
  Ascoltando l’ennesima registrazione di una lezione universitaria, immerso tra libri, appunti, concetti e schemi, mi capita spesso di chiedermi cosa sia un educatore? Cosa faccio o, meglio, chi sono? E perché lo faccio? Come lo faccio? Insomma, le domande a volte sono davvero tante e non si fermano di certo solo a queste! Il dizionario semplicemente definisce come: Educatóre : s.m. (f.- trice ) [dal lat. educator - oris ]. – “Chi educa, e soprattutto chi per vocazione o per professione compie l’ufficio di educare i giovani”. Mi piace molto, e mi ritrovo in quel “per vocazione” inteso come “chiamata ad esserlo” un po’ perché non mi ha mai fatto impazzire di gioia pensare che per fare questo lavoro debba essere riconosciuto da un pezzetto di carta (sicuramente necessario, ma bisognerebbe aprire un grande capitolo a parte) un po’ perché il concetto di educatore è difficile da spiegare e da definire. In questi anni di lavoro ho conosciuto centinaia di bambini, ognuno unico e special...

Che c***o vuoi? (di Michele Ricetti - educatore e pedagogista)

Immagine
  Non mi sono addormentato sereno.  Alla domanda: «Mi spieghi che senso ha bere alcolici a collo alle 17 del pomeriggio?»,  La risposta è stata unanime: «cosa vuoi che ci sia di male», «non ha mai fatto del male a nessuno», «alla nostra età è giusto sballarci un po’», «ma si, eravamo in compagnia», «che cosa vuoi fare ad una festa?» fino al «fatti i cazzi tuoi» (il potere dell’alcool nel dire anche quello che normalmente non si direbbe) …  Aspettavo quella risposta e ne colgo l’occasione: «beh, visto che sei a “casa mia”, eccome se sono cazzi miei, altrimenti puoi sempre farti bassare la sbornia altrove, magari direttamente a casa tua». Silenzio.  Il clima si fa serio.  Decido di lasciarli in pace a riprendersi un po’, anche perché è praticamente inutile parlare con chi non ti ascolta o non si rendere conto che su alcune questioni non ha sempre senso scherzare.  Passato un po’ di tempo, il clima è molto più disteso, la botta ha fatto il suo corso. Ripr...

-364... (di Thomas Sosio - educatore)

Immagine
Giorni, ore e minuti.  A Livigno è iniziato il conto alla rovescia, meno 1, mancano trecentosessantaquattro giorni alle Olimpiadi Milano Cortina 2026, che vedrà Livigno protagonista delle discipline olimpiche di snowboard e freestyle. Ogni volta che ascoltiamo e sentiamo un conto alla rovescia, vuol dire che sta succedendo qualcosa di emozionante: la partenza di una gara, l’inizio di un anno nuovo, un evento speciale.  L’avvicinamento a qualcosa di unico è sempre fonte di profonda riflessione e interrogativi. Come ci prepariamo, dunque, a ciò che sarà? Che aspettative avremo? Come vivremo tutto quello che verrà? Mi piace rispondere a queste domande con alcune provocazioni, che ci permettono di camminare insieme, come comunità verso il prossimo traguardo.  Un traguardo che poi sarà una nuova partenza. Ma verso dove? Con chi? Perché? Domande, dubbi e interrogativi, quelli ci accompagnano sempre, tutti i giorni. Mi piace pensare, a prescindere dal mero evento olimpico e spor...

I buoni propositi (di Ilenia Bradanini - psicomotricista)

Immagine
  (tempo di lettura meno di 1:00 min) Oggi è il 31 gennaio 2025. Ormai si è avviato il nuovo anno, addirittura si è concluso il primo mese. Nuovo anno significa nuovi propositi, nuove riflessioni, nuovi obiettivi. Ci si crea una lista (mentale o fisica) di ciò che si vorrebbe migliorare e raggiungere, spinti dall'entusiasmo di un nuovo inizio. Solo al pensiero siamo eccitati, felici. Ma poi? C'è chi si impegna ed i nuovi propositi li porta avanti, con costanza ed anche fatica. C'è chi la lista la lascia in un angolino, pronto a riprenderla in mano l'anno successivo, aspettando che il destino faccia la sua parte. Questo argomento mi è capitato di fronteggiarlo più volte nel corso di questo gennaio, sia individualmente che collettivamente: la prima in compagnia delle amiche più care, domandandoci e confrontandoci su ciò che ci portiamo di significativo dal 2024 e gli obiettivi per il 2025; successivamente con i ragazzi, sia a scuola che al CiAGi. In particolare, nell...

A ognuno il suo (di Alice Trabucchi - educatrice nell'animo)

Immagine
  (tempo di lettura 2:15) All’interno del Centro di Aggregazione Giovanile “CiAGi Livigno” aiuto i bambini delle elementari nello svolgimento dei propri compiti, per qualcuno può sembrare una cosa banale e forse anche poco importante, ma credo che questo aiuto che offriamo possa essere di grande supporto sia alle famiglie sia ai bambini stessi, soprattutto per coloro che hanno delle difficoltà e quindi non riescono a stare al passo coi propri compagni. Ed è proprio da questo che nasce il mio spunto di oggi. Un giorno stavo aiutando i bambini a fare i compiti, mi sono seduta vicino ad uno di loro e gli ho chiesto cosa avesse da fare, aveva matematica. Iniziamo a fare i compiti e, seppur con qualche aiuto, i primi esercizi li svolge senza grandi difficoltà. Arriviamo all’ultimo, glielo spiego una volta, ma non gli è chiaro, ci riprovo altre due, tre, quattro volte cercando di semplificarglielo il più possibile, ma la sua faccia non cambia per niente…di fianco a me ho un bambino che...

Insieme si può andare più lontano (di Deborah Rodigari - educatrice)

Immagine
  Con la fine del mese di gennaio, termineranno le attività del primo periodo del CiAGi. Durante gli incontri pomeridiani, in questi mesi, abbiamo proposto ai bambini delle elementari di Livigno e di Trepalle tanti e diversi giochi di squadra. Può essere una cosa banale, ma imparare a giocare in squadra è molto importante! I bambini durante il gioco in squadra imparano a collaborare, a rispettare le regole date, gli spazi condivisi e i compagni, ad ascoltare i pensieri e le strategie degli altri, a mettere in gioco le proprie abilità e riconoscere quelle altrui! Durante le sfide che facciamo è possibile vederli innanzitutto conoscersi, confrontarsi, rispettare i tempi propri e altrui ed essere uniti e affiatati per raggiungere lo stesso obiettivo insieme. La squadra è composta ogni volta da bambini diversi, da singoli bambini con doti e qualità differenti ma ognuno prezioso e arricchente per il gruppo. Spesso, se tra loro vedono qualche componente in difficoltà, provano a rispiegar...

Insegnare a colori (di Francesca Bormolini - insegnante)

Immagine
  (tempo di lettura 1:50 min) Il termine colorblindness , che si traduce in italiano come daltonismo, viene spesso utilizzato in inglese per descrivere l’atteggiamento di chi per evitare di cadere in discorsi razzisti, utilizza la frase “Siamo tutti uguali”. Questa frase che ci viene insegnata anche a scuola, con buone intenzioni, secondo me è vera solo in parte. Lavorando con i ragazzi, o semplicemente camminando per strada, ci accorgiamo di come anche solo fisicamente siamo tutti diversi. Affermare che siamo tutti uguali evita forse di usare un aggettivo o una parola di troppo che potrebbe risultare offensiva per un altro, ma così facendo si cancella ogni differenza. Ci limitiamo ad essere categorie: italiani, inglesi, adulti, adolescenti, studenti, lavoratori… ma non siamo forse un po’ di tutto questo, ma anche molto di più? Lavorare con i ragazzi, mi ha spesso messo di fronte a questa realtà. E non parlo della varietà multiculturale delle nostre classi, ma del fatto che ogni ...