A questo punto chi è l'educatore? (Sandy Cusini - educatore)
Ascoltando l’ennesima registrazione
di una lezione universitaria, immerso tra libri, appunti, concetti e schemi, mi
capita spesso di chiedermi cosa sia un educatore? Cosa faccio o, meglio, chi
sono? E perché lo faccio? Come lo faccio?
Insomma, le domande a volte sono davvero tante e non si fermano di certo solo a queste!
Il dizionario semplicemente definisce come: Educatóre: s.m. (f.-trice) [dal lat. educator -oris]. – “Chi educa, e soprattutto chi per vocazione o per professione compie l’ufficio di educare i giovani”.
Mi piace molto, e mi ritrovo in quel “per vocazione” inteso come “chiamata ad esserlo” un po’ perché non mi ha mai fatto impazzire di gioia pensare che per fare questo lavoro debba essere riconosciuto da un pezzetto di carta (sicuramente necessario, ma bisognerebbe aprire un grande capitolo a parte) un po’ perché il concetto di educatore è difficile da spiegare e da definire.
In questi anni di lavoro ho conosciuto centinaia di bambini, ognuno unico e speciale a modo suo, ho imparato diverse nuove strategie da mettere in pratica in occasioni generiche e uniche, ogni giorno scopro nuovi punti di vista, metodi di lavoro, pensieri educativi differenti dal mio e ritengo sia uno dei lavori più dinamici e in continua evoluzione che ci sia.
Sarebbe impensabile educare con i metodi di quarant’anni fa; ovviamente, sono ancora convinto che ci siano stati metodi educativi che sono tutt’oggi ancora validissimi, e non è giusto fare di tutta l’erba un fascio, però sono anche consapevole che le nuove tecnologie, i cambiamenti dei contesti sociali, e la società che cambiano con un ritmo sempre più veloce hanno fatto sì che la figura educativa sia cambiata!
Certo non il suo valore e i suoi obiettivi!
Educatore per me non è una definizione scritta da qualche parte, non è chi è più bravo di me e nemmeno chi non lo è mai stato.
Per me educatore è semplicemente chi ogni giorno si sveglia con la consapevolezza di fare uno dei lavori più preziosi, delicati e importanti.
È chi si mette in gioco tutte le volte, sapendo che ogni giorno si impara qualcosa.
È chi fa di tutto per strappare un sorriso a quel bambino che magari è in difficoltà.
È chi fa questo lavoro con a volte più cuore che testa.
È chi nonostante magari abbia mille difficoltà a casa o semplicemente una di quelle giornate no, arriva al lavoro col sorriso e si prende la briga di ascoltare le mille ottocentocinquanta storie inventate dei bambini e ci ride assieme.
È quella persona che, quando il bambino lo vede gli corre incontro perché può fidarsi di lui.
È quella persona che insieme agli altri educatori ci mette la testa per pensare e programmare un progetto educativo, perché è giusto far divertire i bambini, ma lo è ancora di più trasmettergli e insegnargli dei giusti valori.
È chi crede che in ogni bambino sia nascosto un talento prezioso, e trova il modo per tirare fuori il meglio di lui, perché è consapevole di sapere che come non esiste definizione generica di “bambino” omologandolo ad uno qualunque, non esiste definizione generica e prestampata di educatore.
Insomma, le domande a volte sono davvero tante e non si fermano di certo solo a queste!
Il dizionario semplicemente definisce come: Educatóre: s.m. (f.-trice) [dal lat. educator -oris]. – “Chi educa, e soprattutto chi per vocazione o per professione compie l’ufficio di educare i giovani”.
Mi piace molto, e mi ritrovo in quel “per vocazione” inteso come “chiamata ad esserlo” un po’ perché non mi ha mai fatto impazzire di gioia pensare che per fare questo lavoro debba essere riconosciuto da un pezzetto di carta (sicuramente necessario, ma bisognerebbe aprire un grande capitolo a parte) un po’ perché il concetto di educatore è difficile da spiegare e da definire.
In questi anni di lavoro ho conosciuto centinaia di bambini, ognuno unico e speciale a modo suo, ho imparato diverse nuove strategie da mettere in pratica in occasioni generiche e uniche, ogni giorno scopro nuovi punti di vista, metodi di lavoro, pensieri educativi differenti dal mio e ritengo sia uno dei lavori più dinamici e in continua evoluzione che ci sia.
Sarebbe impensabile educare con i metodi di quarant’anni fa; ovviamente, sono ancora convinto che ci siano stati metodi educativi che sono tutt’oggi ancora validissimi, e non è giusto fare di tutta l’erba un fascio, però sono anche consapevole che le nuove tecnologie, i cambiamenti dei contesti sociali, e la società che cambiano con un ritmo sempre più veloce hanno fatto sì che la figura educativa sia cambiata!
Certo non il suo valore e i suoi obiettivi!
Educatore per me non è una definizione scritta da qualche parte, non è chi è più bravo di me e nemmeno chi non lo è mai stato.
Per me educatore è semplicemente chi ogni giorno si sveglia con la consapevolezza di fare uno dei lavori più preziosi, delicati e importanti.
È chi si mette in gioco tutte le volte, sapendo che ogni giorno si impara qualcosa.
È chi fa di tutto per strappare un sorriso a quel bambino che magari è in difficoltà.
È chi fa questo lavoro con a volte più cuore che testa.
È chi nonostante magari abbia mille difficoltà a casa o semplicemente una di quelle giornate no, arriva al lavoro col sorriso e si prende la briga di ascoltare le mille ottocentocinquanta storie inventate dei bambini e ci ride assieme.
È quella persona che, quando il bambino lo vede gli corre incontro perché può fidarsi di lui.
È quella persona che insieme agli altri educatori ci mette la testa per pensare e programmare un progetto educativo, perché è giusto far divertire i bambini, ma lo è ancora di più trasmettergli e insegnargli dei giusti valori.
È chi crede che in ogni bambino sia nascosto un talento prezioso, e trova il modo per tirare fuori il meglio di lui, perché è consapevole di sapere che come non esiste definizione generica di “bambino” omologandolo ad uno qualunque, non esiste definizione generica e prestampata di educatore.
di Sandy Cusini
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