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Un CiAGi per "explorare" insieme!

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  Si è appena concluso a Livigno e Trepalle, il progetto estivo del Centro di Aggregazione Giovanile “Centroanch’io”. Un’estate ricca di emozioni, quella proposta dal CiAGì “Centroanch’io” di Livigno e Trepalle grazie al progetto estivo “Està di Soci 2019”. Appuntamento, ormai immancabile da quasi 30 anni, per vivere l’estate in amicizia e alla scoperta del territorio. Il tema di fondo di quest’estate è estato quello dell’esplorazione, della scoperta, della conoscenza e naturalmente della curiosità. La nuova sede del CiAGi, sita proprio nel centralissimo palazzo che ospita anche la Biblioteca, il CDD e l’Istituto Comprensivo, è stata animata dai 120 bambini e ragazzi che, nelle sei settimane di attività, hanno potuto vivere al meglio l’estate. Per il gruppo delle elementari, tanti sono stati i giochi e le passeggiate alla scoperta del territorio, grazie soprattutto alle diverse Associazioni locali che hanno collaborato: i Vigili del fuoco, l’Equo Bottega, il MUS!, i Cacciatori V

NON IMPORTA SE VAI AVANTI PIANO, L'IMPORTANTE è NON FERMARSI

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  Provare, rallentare, ripensare, agire, cambiare, sperimentare, interrogarsi, verificare… tutto questo mix accompagna costantemente il nostro agire e si fa sentire un po' più forte al termine di un percorso. Quest’anno la fine “dell’inverno” al CiAGi ha forse un sapore un po' diverso dal solito, una fine “un po’ più fine” delle altre volte. Spostarsi e cambiare sede è un grosso cambiamento che ha sicuramente in sé un interessante seme di novità. Se come equipe proviamo a rileggere, quello che è stato questo periodo invernale ci sembra di intravedere alcuni pensieri. Da una parte c'è stato lo sforzo di operare in una realtà in costante cambiamento con tutto ciò che questo comporta. Sostare a volte nell'incertezza, intravedere la direzione ma “convivere” con le cose che si costruiscono e definiscono in divenire tenendo dentro aspetti molteplici e a volte contrastanti è stato un aspetto articolato e a volte faticoso. Questa appare come una sfida necessaria per affro

UN VOTO PER TUTTI

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  Tra pochi giorni, anzi, tra poche ore, saranno aperti i seggi elettorali. In alcuni Paesi i cittadini hanno già espresso il voto; il turno di noi italiani, invece, sarà domenica 26 maggio 2019, dalle 7 fino alle 23. In prossimità di qualsiasi tornata elettorale, camminando per strada e parlando con amici e parenti non è difficile sentirsi dire frasi del tipo “Cosa vuoi che cambi con il mio voto”, oppure “Tanto sono tutti uguali”, oppure altre espressioni e atteggiamenti che hanno in comune un profondo disgusto per tutto quanto riguarda la sfera pubblica e una spiacevole sensazione di arrendevolezza davanti a ciò che la politica sembra essere diventata. I dati sull’affluenza alle elezioni (europee, in questo caso) confermano un quadro desolante, dove delusione e disincanto la fanno da padrone. Eppure non è sempre stato così. La politica nasce intorno al IV secolo a.C. in Grecia, come opportunità per dare senso e libertà alla vita comunitaria dell’uomo. Nelle póleis greche vedia

A CHE SERVE STUDIARE?

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  Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno scolastico, al temuto “verdetto finale”, insieme ai ragazzi viviamo quel periodo in cui il desiderio di riuscire a farcela, il voler mettercela tutta per riuscire a “tirar su” le ultime materie viene intervallato dalla stanchezza che si fa sempre più sentire. Cosi i ragazzi si chiedono: ma a cosa serve studiare? A che cosa mi serve sapere come si calcola l’area del rombo?   E di Napoleone? A cosa mi serve? Probabilmente, anche a noi adulti queste domande, lette così non serviranno davvero a niente. Allora ci si chiede come far capire ai ragazzi quanto davvero è importante “perdere tempo sui libri”, che studiare servirà loro per imparare a prendere delle decisioni, importanti o meno. Servirà a conoscere le imprese da cui prendere ispirazione e gli errori da non ripetere. Servirà per non credere a tutto. Servirà per non farsi ingannare. Studiare: è la forza di desiderare e lottare per qualcosa in cui credi. Forse non servi

COGLI L'ATTIMO

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  Quante volte presi dall'ansia del futuro o ancora spaventati dai fantasmi del passato non godiamo pienamente il presente.  Oppure tendiamo a rimandare opportunità e situazioni che a volte andrebbero colte al volo. A volte è proprio la vita che ce le prepara sul nostro percorso, ma sta a noi poi saperle recepire e sfruttare. Quante volte ci diciamo che il tempo sembra volare, che sembrava ieri che iniziava l'anno...bisognerebbe però imparare a vivere pienamente nel presente senza che il tempo diventi fonte di angoscia.  E' vero non possiamo fermare il tempo, ma possiamo fargli perdere tempo...se solo imparassimo a rallentare e a cogliere le opportunità che ci si presentano.. spegnendo un attimo quella routine, quella frenesia che invece accelera le nostre giornate.  Dovremmo immergerci completamente nel presente, cogliendo l'attimo fuggente, senza lasciarci scappare quel momento prezioso, quella gioia di un sorriso, quella risata di una goduria estrema, quel ca

CHE TEMPO CHE FA

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  Sole, pioggia o neve, possono caratterizzare la nostra giornata, con umori e sensazioni diverse e differenti in ciascuno di noi. Che tempo fa? Oggigiorno è semplice prevedere come sarà il tempo meteorologico, grazie alle previsioni meteo con una semplice app, che a portata di un click, ci offrono pure l’affidabilità delle previsioni. “Sono felice perché oggi è proprio una bella giornata”, “Wow il fascino e lo spettacolo della neve è qualcosa di unico”, “Uff se piove inizio già male la mia giornata.” Tutte frasi che molto spesso sentiamo, condite da aforismi e citazioni d’un tempo. Ma il tempo oltre a scandire le nostre giornate, ci fa crescere. Lo scorrere del tempo è inevitabile, con i suoi ritmi e le sue stagioni. In educazione la qualità del tempo è un requisito necessario. Dare qualità al nostro tempo è importate per tessere rapporti veri e costruire il nostro futuro. Gianfranco Zavalloni*, nel libro “Pedagogia della lumaca” evidenzia proprio questa qualità del tempo, che siano

EDUCATORI SI NASCE O SI DIVENTA?*

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  Quante volte sentendo parlare di educazione, ci siamo posti questa domanda? Quante volte, di fronte ad una difficoltà, ad un’incomprensione sentiamo dire “ma questo chi lo avrebbe dovuto insegnare?” Probabilmente se non lo abbiamo mai fatto, pensiamo che la questione educativa sia qualcosa da rimandare ad altri, o peggio ancora che sia qualcosa che non ci riguardi. Il titolo, preso in prestito da un bel libro di Ferraroli, ci pone da subito difronte alla domanda che come educatori ogni tanto ci mette di fronte la nostra azione educativa, ma che anche come genitori, catechisti, insegnanti, allenatori, non possiamo far finta di nulla. Indubbiamente ognuno di noi ha una propria caratteristica, una peculiarità che gli è specifica a cui non possiamo fare a meno, perché essa caratterizza il nostro essere adulti all’interno della società. Il nostro luogo di lavoro, la cerchia di amici e colleghi, il contesto famigliare, sono tutti ambiti e terreno fertile perché l’azione educativa possa