Post

Un anno in "sospeso"

Immagine
  Solitamente il mese si maggio per il CiAGi è tempo di bilancio a conclusione del periodo invernale che quest'anno ovviamente assume un sapore molto diverso. Il cambiamento improvviso, repentino ha imposto a tutti un lungo stop, forse occasione per ripensare, rivalutare e rileggere ciò che quotidianamente si era abituati a fare trovando significati e “velature“ particolari che si sentono più forti quando qualcosa ci viene a mancare. Tanti i sentimenti che ci hanno attraversato: disorientamento, incertezza, fragilità, impotenza, tristezza. Molti gesti concreti ci hanno però raccontato anche di collaborazione, disponibilità, sostegno reciproco, ascolto, prossimità, pazienza, responsabilità, vicinanza, tempo "vuoto e prezioso" da ascoltare. La speranza è che tutto questo abbia lasciato il desiderio di cambiare qualcosa, migliorare, piccoli semi che potranno col tempo aprirsi anche se questo principalmente dipende certamente da ciascuno di noi. In questi tempi è molto ev

"Due ciacole" in tempo di quarantena...

Immagine
M: Ciao S! Come stai? S: Benone M! Un po' stufa di questo stare a casa, ma tutto sommato bene. M: Certo che l'ultima volta che ci siamo incontrati per "due ciacole" non eravamo in questa strana e surreale situazione! S: Si davvero! Sembra passato un secolo da quando ci siamo visti a Carnevale a fine febbraio. M: Lo ricordo bene quel giorno, tutti presi a rendere quella giornata il "più normale" possibile, visto che si iniziava a parlare di Coronavirus anche vicino a noi. S: Mi ricordo bene anch'io, visto che ci siamo sbattuti non poco per rendere una bella giornata a bambini e ragazzi e poi tutto ad un tratto è cambiata l'aria. M: Sì, come se da un momento all'altro ci fossimo trovati catapultati in una dimensione parallela... S: In un certo senso è proprio andata così. All'inizio non "mi dispiaceva" questa situazione; vacanze allungate di una settimana, niente scuola, sveglia tardi...i primi giorni sono stati una pacchia! Non sembr

Il Coronavirus visto con gli occhi di un bambino

Immagine
  Qualche giorno fa parlavo con il mio fratellino di coronavirus e ho posto lui alcune domande. D: “Secondo te che cos'è il coronavirus?” E: “E' un virus molto contagioso, è pericoloso perché ci può far star male e addirittura morire.” D: “Che cosa è cambiato da quando il coronavirus si è diffuso?” E: “Il coronavirus obbliga tutte le persone a rimanere in casa, le strade sono deserte, passano poche macchine e chi esce deve assolutamente indossare la mascherina e i guanti.   I genitori non vanno a lavorare e nemmeno noi bambini possiamo andare a scuola, le maestre ci mandano le lezioni da ascoltare, i compiti da fare, le verifiche.” D: “Quali sono gli aspetti negativi secondo te?” E: “Tantissime persone muoiono, non si può uscire, vedere gli amici, andare a scuola e nemmeno fare una passeggiata lontano da casa.” D: “Secondo te, il coronavirus ha degli aspetti positivi?” E: “Credo di sì, io come tutti i bambini posso passare più tempo con la mia famiglia, giocare

Che bella scoperta!

Immagine
* Ma davvero…CHE BELLA SCOPERTA! Sqiamo stati catapultati in una realtà tutta nuova e la stiamo scoprendo giorno dopo giorno. Alcune volte mi sembra di essere su un altro pianeta: …quando guardo fuori dalla finestra: le piste da sci, la ciclabile, i prati, le strade; …quando vedo la gente aprire porte e finestre e mettere tutto all’aria, le “pulizie di fino” si sono già concluse; …quando osservo sui vari social le famiglie unite, gli sportivi che si inventano qualsiasi cosa pur di allenarsi, tantissime idee e ricette culinarie; …quando le attività online diventano tantissime e la curiosità si fa sempre più accentuata; …quando i bambini e i ragazzi si mettono davanti al PC ad ascoltare le video lezioni dei loro insegnanti e fanno i compiti accanto ai loro genitori; …quando le persone si prendono il tempo per partecipare alle catene social cercando foto di ricordi di tanti anni fa, cimentandosi in sfide e mettendosi in gioco.       Ecco ciò che vedo in questi giorni…infinite e grandios

"Cosa sto ri-scoprendo stando a casa?" (video)

Immagine
 

Io resto in corsia - Tu resta a casa

Immagine
  In questo periodo si sentono tante situazioni spiacevoli che probabilmente nessuno pensava di poter mai ne sentire ne vivere, abbiamo il dovere di restare a casa e adottare tutte le precauzioni che ci sono  state indicante. Ma siamo veramente sicuri che tutti noi esseri umani possiamo proteggerci e semplicemente stare a casa? I professionisti sanitari che lavorano negli ospedali in questo momento si trovano ad affrontare ancora più da vicino questa emergenza sanitaria. Queste persone, come tutti noi, hanno paura ma loro a differenza nostra non hanno paura di andare a fare la spesa o incontrare i famigliari o altri cari ma hanno  paura di andare al lavoro ed affrontare la loro giornata. Si trovano a vivere in una condizione di estremo stress, sia fisico ma anche psichico dovendo fare estremamente attenzione ad ogni azione e movimento abitudinario, ma che in queste condizioni hanno bisogno di una particolare cura e attenzione. Infermieri e medici sono costretti ad indossare a volt

Il rischio di pensare che capiti a qualcun altro

Immagine
Quello di oggi vuole essere un semplice invito...un invito rivolto a tutti noi a metterci una mano sul cuore. In questi giorni stiamo leggendo articoli su articoli, messaggi sui social network, vediamo video che ci raccontano quello che sta succedendo, che ci ricordano chi sono le persone che in questo momento subiscono o potrebbero subire le conseguenze più gravi di questa situazione. Allora ho voluto fermarmi...ho voluto prendermi un attimo, staccarmi dal computer e dai giornali per osservare chi mi sta attorno. Così intorno a me ho visto anche altro: ho visto una figlia con il timore di andare a fare visita alla mamma anziana perché sa che potrebbe metterla a rischio. Ho visto la paura di un'amica che aspetta il suo primo figlio e non sa se potrà avere suo marito al fianco mentre partorirà. Ho letto la paura di un papà per la sua bambina malata di leucemia che già vive una condizione di fragilità. Ho sentito il dispiacere di una comunità che non ha potuto dare l'ultimo salu