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Ma tu che lingua parli? - (Vincenzo Morcelli)

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  Ognuno di noi si sente amato e “voluto bene” in diversi modi e, allo stesso tempo, ha differenti modalità di comunicarlo. Questo sicuramente vale per i grandi ma, oserei dire, anche e soprattutto per bambini e ragazzi. Ovvio si tocca un tasto un po’ delicato, bello, faticoso che appartiene a tutti e che ci accompagna nei nostri gesti quotidiani in ogni contesto e in ogni momento, soprattutto fra le quattro mura domestiche. «Ogni persona ha un serbatoio emozionale, e quando questo è pieno tutto scorre meglio e anche le difficoltà sono più abbordabili. Man mano che un bambino cresce, la sua capacità di apprendere aumenta grazie a diversi fattori, il più importante dei quali è la maturità emozionale. Più il bambino è maturo a livello emozionale più è capace di apprendere e i genitori hanno l’influenza più importante sulla crescita emozionale del bambino» [1] . Queste parole mi hanno fatto riflettere e pensare in primis alla grande responsabilità che abbiamo come adulti; le competenze e

Ma io mi voglio bene? Sbabam!

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M: Ciao E., grazie per essere venuta all’ormai consueto appuntamento del lunedì sera…anche se ancora online. E: Grazie a voi! Almeno ho l’occasione per distrarmi un attimo e non pensare a meet, scuola, tirocinio e solite cose. M: Questa volta poi è stata davvero una meet davvero intensa! E: Si davvero! C’è stato un momento che mi sono stupita di noi. M: Ahah perché? E: Perché solitamente gli incontri sono molto più “scialli”. M: È vero, ma non sono mai banali. E: Esatto, ma questa volta la domanda che è venuta fuori mi ha colpito ancora di più… M: Intendi quella: «Cosa potrebbero pensare gli altri di me?» E: Si. Inizialmente non ho dato peso a quella domanda. M: A quanto pare però ti ronza ancora in testa… E: Si, finita la nostra meet, mi è tornata in mente e mi sono chiesta perché uno dovrebbe porsi una domanda del genere. M: E che risposta ti sei data? E: Sono giunta alla conclusione che probabilmente è perché uno è alla continua ricerca dell’approvazione de

Un piacevole "inciampo educativo": la serendipity

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  Serendipity , è un termine coniato dallo scrittore H. Walpole nel 1754, relativamente alla storia dei tre “Principi di Serendippo”, che nel loro viaggio trovano degli indizi, in modo casuale e fortuito, che ben analizzati li portano a risolvere il dilemma dell’imperatore Berham e lo smarrimento del proprio cammello. «Non ti cercavo, non ti aspettavo, ma sono stato fortunato a incontrarti». Si potrebbe sintetizzare così il concetto di serendipità , cioè imbattersi in un incontro o una scoperta fortuita e piacevole, che provoca felicità. Nel linguaggio corrente, dall’inglese serendipity (serendipità) si indica, per prima cosa, la sensazione che si prova relativamente al fare una scoperta non pianificata e dunque, una sorpresa piacevole . Una scoperta “serendipitosa” è quando troviamo qualcosa che non stavamo cercando, poiché nel processo di ricerca compare l’elemento sorpresa. Dettato da un processo di ricerca, di casualità e di fortuna, incentivata forse da un cambio di prospett

Cultura della cura. Prendersi cura dell'altro.

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  È da alcuni mesi che penso a questo scritto per #GliSpuntiDelVenerdì ed è, esattamente, dal 1° gennaio che questo argomento mi affascina e che ho deciso di approfondire e di condividere. Proprio il primo giorno dell’anno rimango colpita dal tema del messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della giornata mondiale della pace: “La cultura della cura come percorso di pace” [1] . Ma cosa significa cura? Cercando nel dizionario, per dare una corretta definizione ho trovato: cura: «persona, cosa di cui ci si occupa» . Occuparsi di qualcuno o qualcosa è un concetto pieno di significato, di valore e di bellezza. La cura come promozione della dignità e dei diritti della persona è al centro del nostro lavoro e del nostro pensiero educativo, ma non solo è insito in ogni essere umano. Il concetto di persona inteso come sviluppo umano e di relazione, di inclusione, di dignità. Papa Francesco ha affermato durante il suo messaggio: «ogni persona umana è un fine in sé stessa, mai sempl

L'unione fa la forza...Livigno dovrebbe crederci di più

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La comunità di Livigno e Trepalle, seppur occupi una superficie ridotta, conta tanti individui soprattutto nell'età più giovane. Basti pensare che è uno dei comuni con il tasso di natalità più alto e questo dovrebbe farci pensare quanti bambini, ragazzi e giovani abbiamo il compito di accompagnare ed educare per il futuro. Livigno, infatti, offre diverse occasioni di aggregazione, confronto e crescita: le molteplici attività sportive, le diverse occasioni di aggregazione e le esperienze socioeducative. Purtroppo, l'attuale emergenza sanitaria ha colpito in modo non indifferente questo settore obbligando tutti gli enti promotori a limitare o addirittura interrompere le proprie attività. Tralasciando però il momento particolare in cui stiamo vivendo negli ultimi anni a Livigno abbiamo avuto un importante ampliamento delle proposte, grazie a diversi promotori sociali che si sono messi in gioco e hanno iniziato a proporre una vasta gamma di attività ed esperienze soprattutto in c

Lasciare un segno

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  Diverse volte ci hanno chiesto di scrivere, di mettere i nostri pensieri e le nostre idee su un pezzo di carta, quanti temi nel trascorso scolastico ci è toccato stilare senza troppa voglia!  Quando andavo a scuola, la frase più ricorrente tra noi ragazzi durante un tema di italiano era: «Ma quanto lungo deve essere?», «Così è troppo corto?». Se a quest’ultima domanda la risposta era positiva, si iniziava a scrivere con una scrittura a caratteri “cubitali” così da occupare più fogli possibile e raggiungere la lunghezza richiesta. Che poi…chi dice che in poche frasi non si riesca a racchiudere un mondo di pensieri?? Eppure, se ci pensiamo sono proprio quei messaggi, quelle lettere, quei biglietti d’auguri, quelle cartoline inviate da amici e parenti che prese e rilette dopo tempo hanno la capacità di riportarci con la mente all’attimo in cui le abbiamo ricevute, aprendo così un mondo di ricordi, di emozioni provate nonostante siano passati molti giorni, mesi o anni. Scrivere non è s

Semplicità

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Caratteristica propria di quanto è costituito da un singolo elemento. Che cos’è per voi la semplicità? Beh, io credo semplice tutto ciò che nasce da gesti, parole ed espressioni poiché rappresenta la vera essenza che c’è in ognuno di noi, inoltre la semplicità in una persona mi porta a pensare alla genuinità, alla naturalezza all'autenticità di quest'ultima.  Spesso mi tornano alla mente ricordi di alcuni racconti dei miei nonni i quali parlando del loro passato avevano un'espressione sul volto incredibile, una gioia tanto grande da fagli luccicare gli occhi nonostante le situazioni complicate da loro trascorse come la guerra, le fatiche nel seguire il bestiame, le famiglie numerose e il poco cibo a disposizione e tanto altro.  Proprio ripensando a tutto ciò c’è una domanda che mi sorge spontanea… «E noi? E noi invece che possediamo tutto come ci sentiamo?» Una risposta forse c’è…noi purtroppo (non parlo a nome di tutti ovviamente, ma credo che una buona parte della