Post

Sediamoci un attimo. (Daniela Lumina)

Immagine
  "Dobbiamo saper trarre da tutto ciò che ci capita un’opportunità…”  Sfogliando uno dei miei diari trovo questa frase scritta in viola…lì sulla carta, non so dove l’ho sentita o dove l’ho letta, non l’ho scritto, ma se è lì è perché volevo ricordarmela.  La leggo e la rileggo e penso che cogliere un’opportunità dalle cose belle viene facile! Ma da quelle brutte? Rifletto sul periodo che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, sull’incertezza nel futuro e sinceramente mi rendo conto che non ho neppure voglia di cercare delle opportunità! A quale scopo?   Alla mente però mi appaiono gli occhi di tutti i bambini e i ragazzi che incontro durante le mie giornate, primi fra tutti quelli delle mie figlie e capisco che io VOGLIO trovare un’opportunità! Se io adulto non colgo delle possibilità, non ne cavo fuori qualcosa di buono, che sia anche un piccolo gesto, che messaggio sto dando? Penso che il nostro ruolo di educatori sia anche questo, si, certo, i bambini e i ragazzi ci insegnano t

Un percorso verso...me stesso e gli altri. - (Chiara Confortola)

Immagine
  I protagonisti sono i nostri ragazzi che ogni volta si dimostrano un pozzo di scoperta, sincerità e semplicità. Si trovano a vivere varie fasi della vita, talvolta accompagnati, talvolta un po’ più in autonomia e quando si parla della fase dello sviluppo si parla spesso di affettività e sessualità.  Sono dei temi davanti ai quali i ragazzi sgranano gli occhi, solitamente, pensando si racchiudano “cose da grandi”, argomenti di cui “non si parla così facilmente”, che fanno arrossire e altri che sembrano ancora taboo.  Sta proprio a noi educatori, famiglia, scuola accompagnarli in questo percorso di crescita che porti consapevolezza e soprattutto naturalezza nel confronto. Sta a noi creare occasione di incontro per rendere questi temi sempre meno “silenziosi” e sempre più quotidianità.  Certo, questo non sta a significare che siano temi superficiali e leggeri ma che nella loro delicatezza sia insita tanta profondità. Questo è un po’ ciò che ci spetta: rendere i ragazzi preadolescenti

Pensieri sparsi di un cuore inquieto, ma di un animo libero - (Lorenzo Napoli)

Immagine
  Le forze universali dell’incontro, la magia della connessione, l’esplosione delle emozioni, l’irrazionalità dell’amore. Gli elementi della natura risiedono in te e attraverso il tuo corpo e le tue sonorità si manifestano in me, come un essere volante libero da schemi mi inondi di voglia implacabile di scoprirti e uno stato di pace nel viverti, tutto estremamente puro e naturale che fa di noi un continuo mutamento di istinti ineffabili. Ti voglio mia come ti vorrei libera da tutto. Incontaminata buona e implacabile, curiosa di te stessa e satura di nuove percezioni che spingono per rivelare il tuo Io. Ho bisogno di sostanze metafisiche per rendere tutto incontrollabilmente sotto controllo vitale, amo la pace, amo la caoticità degli eventi interni esterni, amo rigurgitare astrazioni e urlo soccorso di naturalezza silenziosa. Amo te, amo nessuno e amo tutto. Quelle piccole vibrazioni nello stomaco sono percezioni più grandi di me, di qualcosa che non ha casa, non ha spazi prec

Semi di pace - (Thomas Sosio)

Immagine
  “Perché i grandi fanno la guerra?” Un bambino mi prende alla sprovvista con questa frase tagliente e veritiera. Proprio mentre stavamo giocando, in un momento di spensieratezza e serenità. Ebbene sì, perché i grandi fanno la guerra? Tutti noi siamo a conoscenza di ciò che sta avvenendo in Ucraina, e in altri territori caldi del mondo. Forse fermarsi a riflettere non è più necessario, forse bisognerebbe iniziare a costruire, o meglio, seminare la pace dentro di noi e accanto a noi. In educazione i bambini e ragazzi riflettono e proiettano ciò che gli adulti vivono e dicono, quindi facciamoci tutti un buon esame di coscienza, per capire e costruire pace e bellezza nel nostro quotidiano. I conflitti fanno parte della dialettica, del potere e della storia dell’uomo fin dal suo nascere, pensiamo al primo conflitto tra Caino e Abele. Dunque, per placare il conflitto, utilizziamo “le armi”, sì ma “le armi” pacifiche del dialogo, della cura dell’empatia. Quante volte per egoismi o smania

Non è questo il mondo che vorrei - (Michele Ricetti & S.C. - 17 anni)

Immagine
S: Sono stufa Mitch sono tanto stufa di vivere in mondo di merda. M: Ella miseria che cosa successo?? S: È sì cavolo arrivi ad un certo punto che diventi matta. M: Prego? S: Si, basta non ne posso più voglio prendere e andare via!! M: Adesso però calmati un attimo e raccontami che cos’è successo. S: Vorrei andare via dove puoi essere te stessa senza essere giudicata... non so se esiste un posto al mondo dove la gente non giudica, ma giuro che se lo trovo non mi vedete più. M: Sarà contenta la mamma, così non la fai più disperare! S: Scemo! Sono seria. Voglio vivere in un mondo dove non bisogna difendersi per come mi vesto, per come penso, per quello che mi piace, dove non devo dare per forza spiegazione agli altri.  Sinceramente... non è questo il mondo che vorrei. M: Scusa, hai ragione. Sei decisamente incazzata… S: Si, e questo è il vostro modo di pensare da adulti. Ma perché la gente deve giudicare? non può semplicemente dire la sua opinione senza urlare o aggredire le scelte di qua

Foglio bianco n°... - (Valeria Rodigari)

Immagine
  Non amo scrivere, o meglio mi piace scrivere solo quando sono libera di farlo su un foglio completamente bianco, senza righe e quadretti dove incasellare lettere e parole. Se devo scrivere preferisco farlo a mano, la mano scorre sul foglio bianco che piano piano si riempie di pensieri ed emozioni che vengono direttamente dal cuore e che l’inchiostro rende vivi. Scrivere a computer invece, mi viene difficile. Battere le dita sulla tastiera mi fa sembrare tutto così impersonale, omologato, non c’è nulla di mio che lo distingua da qualcun altro, stesso carattere, stessa dimensione, tutto così preciso. Anche se sicuramente ha il vantaggio di modificare il testo: aggiungere o cancellare senza che nessuno lo noti. Trovo la scrittura a mano come qualcosa che ci accomuna, ma che allo stesso tempo ci rende unici. Qualcosa di intimo, dove ognuno ha il proprio stile, il proprio carattere, la propria calligrafia che ci permette di distinguere e di riconoscere l’autore del post-it appeso al cale

Diventare "grandi" - (E.S. 17 anni)

Immagine
  Il tempo passa per tutti, si sa, a volte corre più in fretta di quello che noi vorremmo. Sono una ragazza di quasi diciotto anni e più di una volta ho fantasticato sul mio futuro e sul mio presente: per esempio a tutte le cose che ora faccio con autonomia.  Incomincio a fare dei progetti realizzabili, inizio a decidere che tipo di persona voglio essere. Tutte queste fantasie portano anche a tante paure: la paura di non riuscire, di sbagliare e non trovare un modo per risolvere il problema in questione, la paura di deludere chi ti sta vicino e soprattutto te stessa. Negli ultimi mesi ho avuto la possibilità di poter vivere “una vita da adulto”, attraverso il mio tirocinio. Non nego che mi sono divertita tanto e ho avuto molte soddisfazioni che mi rendono felice e che mi fa venire voglia di abbandonare la mia quotidianità che conosco per trovarne una nuova che mi piaccia di più. Ho anche scoperto che la vita adulta non è tutta rosa e fiori come ogni bambino pensa. Entrare a far parte d