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I buoni propositi (di Ilenia Bradanini - psicomotricista)

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  (tempo di lettura meno di 1:00 min) Oggi è il 31 gennaio 2025. Ormai si è avviato il nuovo anno, addirittura si è concluso il primo mese. Nuovo anno significa nuovi propositi, nuove riflessioni, nuovi obiettivi. Ci si crea una lista (mentale o fisica) di ciò che si vorrebbe migliorare e raggiungere, spinti dall'entusiasmo di un nuovo inizio. Solo al pensiero siamo eccitati, felici. Ma poi? C'è chi si impegna ed i nuovi propositi li porta avanti, con costanza ed anche fatica. C'è chi la lista la lascia in un angolino, pronto a riprenderla in mano l'anno successivo, aspettando che il destino faccia la sua parte. Questo argomento mi è capitato di fronteggiarlo più volte nel corso di questo gennaio, sia individualmente che collettivamente: la prima in compagnia delle amiche più care, domandandoci e confrontandoci su ciò che ci portiamo di significativo dal 2024 e gli obiettivi per il 2025; successivamente con i ragazzi, sia a scuola che al CiAGi. In particolare, nell...

A ognuno il suo (di Alice Trabucchi - educatrice nell'animo)

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  (tempo di lettura 2:15) All’interno del Centro di Aggregazione Giovanile “CiAGi Livigno” aiuto i bambini delle elementari nello svolgimento dei propri compiti, per qualcuno può sembrare una cosa banale e forse anche poco importante, ma credo che questo aiuto che offriamo possa essere di grande supporto sia alle famiglie sia ai bambini stessi, soprattutto per coloro che hanno delle difficoltà e quindi non riescono a stare al passo coi propri compagni. Ed è proprio da questo che nasce il mio spunto di oggi. Un giorno stavo aiutando i bambini a fare i compiti, mi sono seduta vicino ad uno di loro e gli ho chiesto cosa avesse da fare, aveva matematica. Iniziamo a fare i compiti e, seppur con qualche aiuto, i primi esercizi li svolge senza grandi difficoltà. Arriviamo all’ultimo, glielo spiego una volta, ma non gli è chiaro, ci riprovo altre due, tre, quattro volte cercando di semplificarglielo il più possibile, ma la sua faccia non cambia per niente…di fianco a me ho un bambino che...

Insieme si può andare più lontano (di Deborah Rodigari - educatrice)

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  Con la fine del mese di gennaio, termineranno le attività del primo periodo del CiAGi. Durante gli incontri pomeridiani, in questi mesi, abbiamo proposto ai bambini delle elementari di Livigno e di Trepalle tanti e diversi giochi di squadra. Può essere una cosa banale, ma imparare a giocare in squadra è molto importante! I bambini durante il gioco in squadra imparano a collaborare, a rispettare le regole date, gli spazi condivisi e i compagni, ad ascoltare i pensieri e le strategie degli altri, a mettere in gioco le proprie abilità e riconoscere quelle altrui! Durante le sfide che facciamo è possibile vederli innanzitutto conoscersi, confrontarsi, rispettare i tempi propri e altrui ed essere uniti e affiatati per raggiungere lo stesso obiettivo insieme. La squadra è composta ogni volta da bambini diversi, da singoli bambini con doti e qualità differenti ma ognuno prezioso e arricchente per il gruppo. Spesso, se tra loro vedono qualche componente in difficoltà, provano a rispiegar...

Insegnare a colori (di Francesca Bormolini - insegnante)

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  (tempo di lettura 1:50 min) Il termine colorblindness , che si traduce in italiano come daltonismo, viene spesso utilizzato in inglese per descrivere l’atteggiamento di chi per evitare di cadere in discorsi razzisti, utilizza la frase “Siamo tutti uguali”. Questa frase che ci viene insegnata anche a scuola, con buone intenzioni, secondo me è vera solo in parte. Lavorando con i ragazzi, o semplicemente camminando per strada, ci accorgiamo di come anche solo fisicamente siamo tutti diversi. Affermare che siamo tutti uguali evita forse di usare un aggettivo o una parola di troppo che potrebbe risultare offensiva per un altro, ma così facendo si cancella ogni differenza. Ci limitiamo ad essere categorie: italiani, inglesi, adulti, adolescenti, studenti, lavoratori… ma non siamo forse un po’ di tutto questo, ma anche molto di più? Lavorare con i ragazzi, mi ha spesso messo di fronte a questa realtà. E non parlo della varietà multiculturale delle nostre classi, ma del fatto che ogni ...

Tempo di bilanci e di buoni propositi (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  (tempo di lettura 1.30 min) L'anno che volge al termine è sempre tempo di bilanci su ciò che è stato e di buoni propositi per ciò che sarà. È un momento in cui ci si ritrova a fare i conti con le esperienze vissute, con i successi e i fallimenti, prendendo coscienza di ciò che abbiamo imparato, di ciò che è andato bene e di quello che non ha funzionato.  Durante l'anno che sta per concludersi, ci sono stati sicuramente momenti positivi che meritano di essere celebrati: magari abbiamo raggiunto degli obiettivi, abbiamo imparato nuove cose, oppure abbiamo affrontato sfide che ci hanno arricchito come persone.  Tuttavia, insieme a questi traguardi, ci sono state anche delusioni, situazioni che non sono andate come avremmo voluto e difficoltà che ci hanno messo alla prova. Nonostante ciò, anche i momenti più difficili possono diventare insegnamenti preziosi, che ci aiutano a crescere e a migliorare.  Ogni esperienza, positiva o negativa, ha contribuito a formare la per...

Sottobraccio (di Sandy Cusini - educatore)

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  Le feste si avvicinano, e nell’aria si respira già quell’atmosfera natalizia, fatta di cene in famiglia, regali che si spacchettano, dolci profumi e sapori che accompagnano momenti preziosi vissuti in casa. Tutto sembra quasi perfetto, a breve le giornate si riempiranno di ciò che assomiglia al concetto di felicità. Qualche giorno fa, mentre stavo andando al lavoro, passa in radio una canzone (dei Pinguini Tattici Nucleari - Titoli di coda) che subito cattura la mia attenzione, un po’ per il ritmo coinvolgente ma soprattutto per un messaggio che in pochi versi mi fa riflettere. Già, a volte anche le canzoni possono essere spunto di riflessioni ed è questo il mio caso. Nonostante il messaggio principale della canzone fosse un altro, il pezzo fa così: «Ed ho preso la tristezza sottogamba, sbagliando, andava accompagnata sottobraccio» . Al primo ascolto ho sorriso, perché mi sembrava buffo come avessero descritto il concetto tristezza, impersonificandola in questo modo. Riascoltando...

Il coraggio di sentirsi diversi (di Michele Ricetti - educatore e pedagogista - & E.C. - 17 anni)

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(tempo di lettura 3 min.) Alcuni giorni fa me ne stavo seduto con alcuni ragazzi dell’Open Space mentre cercavamo di mettere in ordine la piccola libreria che abbiamo da poco “inaugurato” e che, grazie al fondamentale aiuto della biblioteca a cui va il nostro grazie, ora abbiamo diversi libri adatti alla loro età. Libri che gli adolescenti possono attingere come e quando vogliono. Ci stavamo dilettando a sistemarli in ordine e a commentarli; io con la speranza che alcuni di loro si lasciasse coinvolgere nella lettura, loro molto più scettici – e decisamente meno entusiasti di me – cercavano di capire se almeno uno di quei libri avesse delle figure da sbirciare. Improvvisamente si apre la porta ed entra una ragazza che non vedevo da tempo, una “vecchia conoscenza” che il tempo l’ha resa grande e decisamente sul pezzo in mille attività. Chiedo di abbassare la musica, per salutarla senza dover per forza urlare, e tra una risata e l’altra ci sediamo su uno dei divanetti presenti all’Open...